Riforma portuale dal 5 settembre si fa sul serio?
ROMA – Dicono che entro il mese di settembre partiranno le novità più importanti e anche determinanti per la portualità nazionale, in attuazione della seconda e definitiva fase della riforma voluta dal ministro Delrio. C’è già una data: per quanto il Parlamento sia ancora tranquillamente in ferie (vedi a lato) martedì 5 settembre a Roma si riunirà per la prima volta il “parlamentino” dei presidenti delle Autorità di sistema portuale, per avviare quel confronto tra presidenti che sarà alla base della trasformazione dei tanti piccoli potentati locali in un vero e proprio “sistema portuale nazionale”. E in quella sede si cominceranno a varare i piani che vedranno – nei limiti del possibile e certo non senza resistenze – la specializzazione di alcuni scali rispetto ad altri, la rete dei collegamenti ferroviari e superstradali ottimizzata per la logistica e non per le aspirazioni di ciascuno, e anche le priorità degli investimenti pubblici.
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La speranza è che i tempi ad oggi dimostrati dalla riforma – tempi davvero eccessivi, per non definirli ancora peggio – subiscano una forte accelerazione. E questa accelerazione consenta anche di avere un quadro più generale e più dettagliato di dove sta andando l’Italia dello shipping. Vale per tutti: nella speranza che davvero siano finiti i tempi dei “pollai” grandi e piccoli. Di uova da ritirare dal mercato – metaforicamente parlando – ne abbiamo avute abbastanza.
A.F.
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