Livorno, porto: all’Unità che non c’è più
LIVORNO – Ci voleva la festa dell’Unità perché alcune posizioni sui temi dello sviluppo del porto labronico uscissero dai pissi-pissi-bao-bao dei bar per diventare pubbliche. E si potrebbe dissertare a lungo su una festa fortemente partitica – per forza – nel nome di un giornale da qualche tempo defunto. Ma così è, se vi pare.
Mi sbrigo subito sul panel del dibattito: Silvia Velo (Ambiente) Stefano Corsini (Autorità di sistema) Nereo Marcucci (Confetra) Roberto Alberti (Federagenti) Federico Barbera (FISE-Uniport), Fabrizio Zannotti (Cgil) Yari De Filicaia (Pd Comune) e il PD livornese (Lorenzo Bacci, Federico Bellandi e l’organizzatore Muzi). Due assenti, per quanto invitati: il sindaco Filippo Nogarin e l’ad del TDT Luca Becce.
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Vado alle conclusioni sui temi concreti. Il presidente Corsini, incalzato durante tutto il dibattito, ha riconosciuto che il “tombamento” dei Navicelli verso la Darsena Toscana è fondamentale, anche se condizionato dal problema sul quale non può, come AdSP, metter mano: la modifica della viabilità con il ponte levatoio per Tirrenia (o la soluzione alternativa suggerita da Bonistalli, vedi). Per Corsini tocca alla Regione, semmai con l’intervento del governo centrale.
L’altro argomento centrale l’ha proposto Yari De Filicaia, consigliere comunale del PD. Ha preso di petto Corsini, dichiarando che dopo 110 giorni dalla sua nomina è ormai indispensabile che attivi il comitato di gestione ancora “inchiodato” per la vertenza Nogarin. “Il comitato – ha detto De Filicaia – può essere attivato anche se incompleto, la legge lo consente”. Ed ha anche aggiunto che la città deve esservi rappresentata: un assist imprevisto a Nogarin, tanto più significativo venendo da un PD e per di più portuale. Ma Yari è tra quelli che non mettono il cervello all’ammasso.
La cronaca del dibattito conferma che questi incontri, quando gli oratori iscritti sono troppi rispetto ai tempi, finiscono per non dibattere niente e diventano solo la palestra delle più o meno lunghe concioni: tutte valide, intendiamoci. Ma senza la possibilità di contraddittorio.
Mi correggo: un battibecco, peraltro in termini di fair-play, c’è stato: tra Nereo Marcucci e Federico Barbera sull’interporto: il primo per aver espresso l’idea – già altre volte da noi ospitata – di farne non tanto un retroporto quanto un’area di insediamenti manifatturieri dedicati all’export; il secondo, piccato dall’affermazione che il “Vespucci” è semivuoto. Entrambe le tesi hanno avuto il supporto di Bacci, sindaco di Collesalvetti, e di Alberti, sul piano della creazione dei posti di lavoro. Quando il dibattito stava scaldandosi, sulla cannonata di De Filicaia, fischio di fine partita e tutti a casa. Peccato. Con la promessa di tornarci sopra da parte dei DS. Forse alla prossima festa dell’Unità?
Antonio Fulvi
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