La bella estate dei tanti lavori sbloccati nei porti
ROMA – Forse è la semplice dimostrazione del vecchio detto che “scopa nuova scopa meglio”. O forse è semplicemente l’aver rimesso in moto la macchina delle Autorità portuali, dopo un anno e più di limbo in attesa di Godot, cioè della reale partenza delle autorità di sistema. Sia l’una o l’altra delle ragioni, si sta assistendo a un’offensiva – vedi qui a fianco – di iniziative concrete sui vari porti: iniziative che parlano di lavori finalmente assegnati, di dragaggi finalmente partiti, di banchine nuove che si inaugurano, di stazioni portuali ferroviarie sbloccate (o almeno di spera) sulle aree portuali.
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Non c’è che l’imbarazzo della scelta. A Taranto è finalmente operativa la nuova banchina polisettoriale, dopo anni di vacche magre a La Spezia la Corte dei Conti ha finalmente il potenziamento della nuova stazione ferroviaria di Marittima, dopo beghe infinite in punte di diritto. A Napoli e Salerno si sbloccano i dragaggi e ripartono i treni con gli interporti campani, da almeno due anni castrati dalla mancanza di validi collegamenti ferroviari con le banchine.
Potremmo andare avanti, il web e i quotidiani locali sono pieni di notizie sul tema: che si spera – siamo ottimisti – non siano Fake News per compiacere chi comanda e paga la pubblicità. Altri porti hanno meno comunicazione – come Livorno, dove ieri c’è stato un significativo dibattito alla Festa dell’Unità dove il tema della comunicazione messa in stand/by da Corsini è stato affrontato tra gli altri – ma non è detto che stiano dormendo: Ancona lavora bene, Bari sta puntando anche alla formazione professionale, Ravenna è ripartita. Per non parlare di Trieste, Civitavecchia e Genova, dove la comunicazione è continua su fatti concreti.
Da questi elementi localistici possiamo trarre un principio generale di analisi della portualità italiana? Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: sui porti, finalmente, è cresciuta l’attenzione del governo e del Paese, si sta attenuando lo scontro distruttivo tra poteri dello Stato e poteri delle Regioni (che hanno cominciato a collaborare) e si ascoltano anche gli operatori, visto il nuovo ruolo attribuito – si spera non solo a proclami – ad Assoporti. I presidenti delle AdSP sono quasi tutti operativi e tecnici: ma anche i pochi politici rimasti si stanno dando da fare per dimostrare che, appunto, sanno fare.
E il bicchiere mezzo vuoto? Per ora risparmiamocelo. Siamo ad agosto, il parlamento incredibilmente ancora lavora, sui porti gli uffici rispondono (quasi tutti). Per dirla con Pavese, sembrerebbe davvero una bella estate.
Antonio Fulvi
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