Ruffini: il degrado dei bacini
LIVORNO – Dal dottor Francesco Ruffini, già segretario generale dell’Autorità Portuale di Livorno, riceviamo:
Egregio Direttore ho letto con attenzione sull’ultimo numero della Gazzetta la cronaca di Cinzia Garofoli in merito al recente Convegno organizzato dal Propeller Club su “Il waterfont livornese: la rivalutazione delle preesistenze storico culturali rinsalda il tessuto connettivo delle relazioni porto città”.
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Tuttavia, a parte alcuni spunti di indubbio interesse come la proposta di candidare Livorno tra le città portuali patrimonio dell’UNESCO (professor Massa), o la realizzazione di un nuovo moderno Audiutorium all’interno dell’Accademia Navale, con accessi da Barriera Margherita, da utilizzare per eventi di cultura marittima o altri attinenti, aperti anche ai cittadini e agli studiosi (ammiraglio Pierpaolo Ribuffo), o i progetti di riconversione dei vecchi silos granari sulla Calata Sgarallino (ingegner Cecconi), mi pare che si sia tralasciato uno dei principali temi riguardanti il “nuovo waterfront città/porto”.
Mi riferisco all’importante compendio dell’area bacini, qui includendo sia l’ampia area sterrata di proprietà comunale, sia il contiguo fatiscente edificio ex fanalisti del demanio militare.
Infatti, come è noto, nonostante le incessanti perorazioni di tutti, Sindaco, Vescovo, Sindacati, lavoratori, Circoscrizioni comunali, Forze politiche, Associazioni di categoria o di libero pensiero, Organi di stampa, cortei ecc. in una sorta di virtuale flash mob che ha coinvolto Istituzioni e semplici cittadini, non si è riusciti a cavare il classico ragno dal buco per la riattivazione dei bacini.
Qualcuno – forse esagerando – ha gridato allo scandalo, alla vergogna, denunciando lo stato di abbandono e di degrado del Gande Bacino, depredato anche di importanti impianti ed attrezzature. Altri hanno adombrato oscuri interessi contrari da parte di porti concorrenti, nazionali o stranieri.
Neppure gli interventi azionati dall’avvocato Enrico Longhi per conto dell’Associazione Riparatori Navali presso la Procura Regionale della Corte dei Conti di Firenze per danno erariale, trattandosi di beni dello Stato, e presso la Procura della Repubblica di Livorno per varie ipotesi di reato contemplati, hanno ottenuto – sinora – alcun risultato (a parte il sequestro/dissequestro della M/n:”Urania” coinvolta nel tragico incidente del 25.08.2015 nel bacino “Mediterraneo”).
Ma come superare questa incredibile situazione di stallo? come rendere al porto e alla città, un’infrastruttura di incommensurabile valore tecnico e commerciale, unica nel Mediterraneo per le sue caratteristiche?
In una sua lucida analisi apparsa su questo Giornale in data 29 marzo u.s, l’avvocato Giorgio Gionfriddo ha sostenuto – con varie argomentazioni – la necessità di annullare la vecchia gara bandita il 27.03.2015 in un contesto normativo superato dal successivo Codice dei contratti di cui al D.L.vo n° 50/2016, proponendo che la nuova Autorità di Sistema possa promuovere in tempi celeri un procedimento di accordo integrativo o sostitutivo di cui all’articolo 11 della L. 7.08.1990 n°241 (Norme in materia di procedimento amministrativo) tra vecchi e nuovi competitors.
Un’altra ipotesi che potrebbe essere suggerita, previ gli opportuni aggiornamenti statutari, è la riproposizione da parte del Comune della già esistente STU – Società di Trasformazione Urbana costituita con delibera consiliare 17 luglio 2003 e tuttora operante per la rivitalizzazione delle aree di interfaccia urbano relative al cessato Cantiere Navale F.lli Orlando.
Del resto il compendio dei bacini ha sempre fatto parte dello stesso Cantiere e il nuovo PRP approvato il 25.03.2015 prevede per le aree destinate alla navalmeccanica che non sia compromesso il ripristino del Bacino grande in muratura per le funzioni proprie di progetto, cioè nella completezza della sua funzionalità, per cui a suo tempo è stato progettato e realizzato.
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