Continuano gli allarmi sull’overcapacity Teu
GENOVA – Il termometro segna ancora febbre alta e non ci si può limitare a sperare che la crescita di domanda nel settore dei containers, registrata grazie alla ripresa economica mondiale, risolva tutto. Secondo il report dello studio di Banchero Costa, evidenziato in questi giorni anche dagli organi di stampa internazionali, nel corso dell’anno saranno consegnate dai cantieri (specie quelli del Far East) navi per una capacità di 1,2 milioni di Teu; alle quali si aggiungeranno l’anno prossimo altre navi per altri 1,4 milioni di Teu. Parlare di overcapacity è diventato lo spauracchio del mercato mondiale del trasporto marittimo: tanto che gli ordini nel 2017 sono drasticamente calati e per un paio d’anni ancora rimarranno praticamente fermi.
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Le soluzioni ad oggi adottate dalle flotte sono sostanzialmente due. La prima è fermare i nuovi ordini, in attesa che si chiariscano gli andamenti del mercato. La seconda è ricorrere alla rottamazione delle navi meno recenti. Ne sono state avviate al macello 181 (per una portata di 640 mila Teu) contro le sole 77 navi dell’anno prima (17 mila Teu). Ciò nonostante il problema dell’overcapacity rimane perchè buona parte delle navi nuove che stanno per essere consegnate ha una portata nettamente superiore a quella delle navi avviate alla demolizione. Il tutto si traduce in una forte tensione sui noli, che sono aumentati dall’anno scorso, ma non sono ancora arrivati a una remunerazione “sana” dei capitali investiti. E ogni ipotesi su un futuro più roseo, malgrado le tante iniziative di merger tra compagnie e i tentativi di razionalizzare i mercati, è ancora da venire.
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