Sui sindaci le ragioni di Trieste
TRIESTE – Per qualcuno, è stata la…pietra dello scandalo: ovvero l’Autorità di sistema di Trieste, accettando nel comitato di gestione il presidente della Regione Debora Serracchiani e il sindaco della città Roberto Dipiazza, ha aperto la strada allo tsunami dei politici nella gestione delle AdsP. E che i due personaggi siano politici, non lo dicono solo le cariche: la Serracchiani come noto è la vice nazionale del Pd, Dipiazza si presenta con il curriculum su Wikipedia come “politico e imprenditore”. Parole di miele per Filippo Nogarin, il sindaco di Livorno che il presidente dell’AdsP Corsini ha respinto dal comitato di gestione: e che è deciso a tutto – cominciando con il Tar – per rimanerci, facendo leva proprio anche sulle scelte di Trieste e sulla deliberazione dell’Anac. La disfida è in corso: e se Corsini aspetterà che la castagna dal fuoco sia tolta da un decreto correttivo del governo – no ai politici nei comitati di gestione – la faccenda rischia di andare alle lunghe, perchè con l’accelerazione sulla consultazione elettorale a settembre ministri e apparati sembrano poco interessati ai porti.
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Ma a Trieste, porto per molti aspetti davvero di eccellenza, come la pensano sul tema?
Mario Sommariva, segretario generale del presidente Zeno D’Agostino e oggi tra i più ascoltati commentatori della Riforma, difende la scelta del suo presidente di accettare nel comitato di gestione il sindaco Dipiazza.
“Premetto che è un mio parere personale – ci dice Sommariva in una informale chiacchierata – ma sul caso Dipiazza ci siamo regolati sulla nota dell’Anac, che ha confermato la “non inconferibilità” dei sindaci, purché ne abbiano le caratteristiche professionali e la specializzazione. E Dipiazza è stato a lungo presidente dell’interporto, e membro nel Cda dell’aeroporto del Friuli, incarichi che risponderebbero a quanto chiede la legge”. Ma il vero tema, come sa bene Sommariva, è un altro: ovvero se i primi cittadini dei territori in cui operano le AdsP vanno considerati o meno in conflitto d’interesse nei comitati di gestione delle stesse. “Io sono convinto – dice in merito Sommariva – che la collaborazione tra le Autorità di sistema portuali e il loro territorio sia fondamentale per raggiungere buoni risultati; tanto che la legge ne impone la collaborazione per i piani regolatori e gli interfaccia. La funzione delle AdsP stabilita dalla riforma, che davvero è la benvenuta dopo anni di attesa, è di costituire un ente di raccordo tra le strategie nazionali e internazionali sulla portualità e quelle del territorio. Una funzione quantomai necessaria”.
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Come si risolverà allora la questione sindaci nei comitati? Se Sommariva è convinto che la soluzione Trieste sia corretta, è anche dell’opinione che eventuali interventi correttivi dovranno venire da Roma, con un decreto o altro. Salvando tuttavia quanto i comitati di gestione già completi e operativi come quello triestino hanno deliberato: come il consuntivo dell’Authority, approvato il 15 aprile e altri atti successivi. “La salvaguardia degli atti deliberati – sottolinea – deve far parte delle eventuali nuove disposizioni, altrimenti si rischiano pericolosi vuoti di potere”. Più che logico, ci pare.
Antonio Fulvi
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