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Sui naviganti Port State Control e confusione

Dall’intelligente “blog” di Decio Lucano, riprendiamo queste osservazioni sui PSC di Massimo Granieri.

GENOVA – Hellenic Shipping News nel numero del 20 Marzo titola “IMO clarifies carriage of seafarer documents on board – new circular issued” nel quale si denunciano i sempre più frequenti problemi sollevati dai vari Port State Control allorquando vengono richieste le certificazioni ai marittimi. Particolarmente le certificazioni riguardanti i corsi di addestramento ECDIS o i titoli degli elettricisti di bordo ma non solo. Un problema talmente serio ed esteso che ha costretto la IMO, durante i lavori della quarta sessione del sottocomitato Human Element Training and Watchkeeping (HTW) tenutosi a Londra lo scorso febbraio a preparare e emettere velocemente la circolare STCW/Circ.24 con la quale si cerca di chiarire e ovviare i tanti misunderstandings sorti da che i Manila Amendments 2010 hanno implementato la Convenzione STCW. Il solo titolo di questa circolare la dice lunga “Advice for Parties, Administrations, Port State control authorities, recognized organizations and other relevant parties on the requirements under the STCW Convention, 1978, as amended”.[hidepost]

La circolare richiama le autorità di controllo a non far confusione tra le certificazioni obbligatorie richieste dalla Convenzione stessa e altri corsi non obbligatori quali gli IMO Model Courses che la IMO stessa chiaramente definisce “these are supportive documents and neither mandatory nor an interpretation of the STCW Code”.

Il documento continua in maniera molto dettagliata nell’intento di cercare di sbrogliare quei nodi interpretativi (a casa mia si chiama confusione) e a proposito della tanto famigerata “familiarization and training for ECDIS” cerca di spiegare ai fiscali controllori che se verificano una mancanza di competenza ECDIS, questa dovrà essere riportata nel COC (Certificate of Competence), e che se il COC non riporta nessuna nota al riguardo significa che il marittimo ha completato i richiesti corsi di familiarizzazione, e che le relative competenze sono state acquisite. Ma soprattutto è stata necessaria una circolare per scoprire che questa materia fa parte del sistema IMS di cui la società armatrice ne è responsabile. “Conseguentemente ogni società armatrice può decidere come fare la familiarizzazione all’interno della propria azienda e garantire la relativa documentazione”. Il documento spazia nel cercare di mettere una pezza ad altri buchi legislativi quali la definizione degli Elettricisti di bordo e le loro relative certificazioni e competenze, i corsi base e avanzati di addestramento per navi che operano in acque polari, classificazione dei macchinisti per navi con e senza controllo manuale etc, etc, etc. E visto che i pochi giorni di lavori concessi non lo hanno permesso ci si è impegnati, su richiesta del Giappone, a rivedere quanto prima le certificazoni watchkeeping per personale di imbarcazioni da pesca. Un motivo per consolarci non sentendoci noi italiani soli in questo marasma o per disperarci ulteriormente?

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Pubblicato il
25 Marzo 2017

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