L’UE vara nuove regole dei porti per la trasparenza e per i servizi
BRUXELLES – Parla di maggiore trasparenza finanziaria nei porti e per l’accesso al mercato dei servizi portuali il “pacchetto” di norme approvato la settimana scorsa dal consiglio del parlamento europeo sotto la guida del presidente Joseph Muscat.
Uno dei punti più importanti – e sul quale c’erano legittime preoccupazioni – è quello relativo all’autonomia riconosciuta al singoli Stati dell’Unione per regolamentare la gestione dei porti e nei porti. Ma siamo solo all’inizio del cammino, perché l’atto ufficiale che trasformerà il “pacchetto” in legge dovrà essere approvato anche dal parlamento di Bruxelles e dai singoli stati presumibilmente entro metà febbraio: e diventerà operativo 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, quasi certamente entro marzo.[hidepost]
Quando a livello della burocrazia europea si parla di libera concorrenza c’è sempre un risvolto preoccupante, perché si teme che sulla base di alati concetti di pura teoria liberistica si vadano a mandare all’aria sistemi consolidati che garantiscono sicurezza e funzionalità. Al momento sembra un pericolo scongiurato, visto che in una nota dello stesso Muscat si sottolinea che “Le nuove norme sono concepite in modo tale da tener conto delle diversità del settore a livello europeo”. Basterà per evitare pasticci?
Sempre secondo la nota del consiglio UE, “la nuova normativa ridurrà le incertezze giuridiche per i porti, i fornitori di servizi portuali e gli investitori. Il che dovrebbe incoraggiare – si legge ancora – gli investimenti nei porti e migliorare la qualità dei servizi forniti agli utenti degli scali, fino a contribuire alla riduzione dei costi”. Tante buone intenzioni. Sperando che non accada come dice il vecchio proverbio, secondo il quale di buone intenzioni sono lastricate le strade per l’inferno.
A.F. [/hidepost]