L’Autorità Toscana va alla Consulta
FIRENZE – Non ha vita facile, fin dall’inizio, l’Autorità portuale regionale istituita dalla Toscana l’anno scorso con la legge 72/2016 (2° comma art. 9) per gestire i porti fuori dalla competenza delle Autorità di sistema portuale nazionali.
I decreti regionali relativi alla dotazione organica dell’Autorità sono stati contestati dagli organi di controllo del governo centrale, che hanno bocciato il potenziamento degli organici impugnandone le disposizioni a suo tempo varate dalla giunta del governatore Enrico Rossi.
[hidepost]La giunta regionale ha comunque deliberato, su proposta dello stesso governatore Rossi, di ricorrere alla Corte Costituzionale per difendere il proprio diritto a gestire al meglio – con la necessaria dotazione organica – l’Autorità dei porti regionali istituita l’anno scorso, con sede principale a Viareggio e rappresentanze in tutti i porti minori della costa e delle isole.
All’Autorità portuale regionale era stata in un primo tempo conferita anche la gestione della contestatissima apertura delle “porte vinciane” tra lo Scolmatore dell’Arno e la Darsena Toscana del porto di Livorno, poi a quanto pare bloccata per l’opposizione sia del Comune di Pisa sia dell’Autorità portuale di Livorno. Due giorni fa l’assessore Ceccarelli ha confermato che sarebbe stato raggiunto l’accordo per fare la manutenzione straordinaria delle “Porte”, affidandola alla Navicelli Spa, e quindi tornare alla soluzione della gestione dell’Authority regionale dei porti con il controllo di un “tavolo” tra Livorno e Pisa. Che sia la soluzione migliore è da dimostrare, perché intanto la manutenzione richiederà di lasciare aperto il tratto d’acqua per chissà quanto tempo. Ma l’importante è risolvere il problema della gestione, in attesa della altrettanto attesa “foce armata”.
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