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Burrasca di libeccio sul Tirreno all’incaglio “Gustav Maersk” e “Sigma”

La Sigma durante il disincaglio notturno.

La Sigma durante il disincaglio notturno.

LIVORNO – La settimana passata, parlando del meteo, è stata una settimana di tregenda. Per il freddo intenso dall’Italia centrale il giù, ma anche per le burrasche di vento che hanno imperversato sulle nostre coste, mettendo in serie difficoltà la navigazione. Con due venture di mare, entrambe fortunatamente risolte senza vittime e con limitati danni: l’incaglio in Calabria della gigantesca “Gustav Maersk” da 9 mila teu (351 metri, 100 mila tonnellate di stazza) liberata dopo una notte di lavoro dei rimorchiatori Grifone e Macistone sotto controllo della Castalia (Ievoli Red) e ripartita con i propri mezzi; e l’incaglio a sud di Livorno, in una zona di bassi fondali particolarmente insidiosa, del cargo “Sigma”, sorpreso all’ancora da una libecciata eccezionale mentre attendeva di entrare in porto a caricare grano. Altro problema c’è stato all’interno del porto labronico, con il porta-auto giapponese “Metis Liverpool” che ha strappato letteralmente una bitta di banchina in Sintermar, intraversandosi e costringendo a un intervento di assistenza i rimorchiatori dell’impresa Neri, che l’hanno poi posizionato al più protetto accosto 35.

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la Gustav Maersk incagliata in Calabria.

la Gustav Maersk incagliata in Calabria.

Complessa e tecnicamente molto rischiosa, l’operazione di salvataggio del cargo liberiano “Sigma” ha confermato l’alto grado di professionalità del personale tutto della Fratelli Neri, che per 36 ore consecutive ha lavorato in condizioni meteo per la prima parte proibitive. Il “Sigma”, di proprietà della società ucraina Intresco Ltd di Odessa, appoggiato all’agenzia marittima Argosy, è lungo 128 metri e con 18 membri d’equipaggio. Era ancorato a sud del porto, ed essendo vuoto di carico aveva l’opera morta molto emersa che ha “ fatto vela” quando il libeccio è diventato una tempesta da 45 nodi. Nel tentativo di salpare e portarsi più al largo, la nave ha scarrocciato ed è finita sul bassofondo di fango e sabbia, fermandosi a meno di 50 metri dalla strada costiera. Nessun pericolo per l’equipaggio, che infatti è rimasto a bordo, e nessun rischio d’inquinamento, perché non si sono verificate falle. E’ comunque scattato il piano d’emergenza con l’intervento via terra della Labromare antinquinamento, dei vigili del fuoco, della protezione civile e del Comune. Sul posto a coordinare le operazioni gli uomini della Guardia Costiera con lo stesso comandante, cv (Cp) Vincenzo Di Marco. Sul posto anche il sindaco Filippo Nogarin e in costante contatto radio vhf con i suoi rimorchiatori il dottor Piero Neri coadiuvato dal figlio Corrado e dai suoi tecnici.

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La giapponese "Metis Liverpool" intraversata nel canale Industriale di Livorno.

La giapponese “Metis Liverpool” intraversata nel canale Industriale di Livorno.

Il problema che si è posto ai rimorchiatori è stata l’impossibilità ad avvicinarsi alla nave – non più vicini di 700 metri – per il basso fondale che faceva rischiare di incagliarsi anche loro. Tanto che uno, il “Luisa”, nella fase più acuta della burrasca ha “toccato” con una delle eliche azimutali. Dopo un primo tentativo di “assaggio”, stendendo un cavo di nylon per 700 metri dai rimorchiatori alla prua della “Sigma” che ha saggiato la potenza necessaria, nella seconda notte – illuminata la nave dalle fotocellule dei vigili dal fuoco dalla rotonda d’Ardenza – usufruendo dell’alta marea (circa 24 cm) delle 22 e della calma di mare dovuta al vento girato a nord, i rimorchiatori “Toscana”, “Piero Neri” e “Corrado Neri” hanno filato un cavo d’acciaio sostenuto da grandi parabordi Yohokama (il cavo pesa circa 30 tonnellate!) che ha consentito finalmente di strappare via la nave, tra gli applausi di centinaia di persone rimaste fino a tarda ora a seguire le operazioni. La “Sigma” è stata quindi rimorchiata in porto all’interno del grande bacino di carenaggio da tempo diventato una darsena protetta. Qui sono attualmente in corso le verifiche di legge sia per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali del comandante, sia per la valutazione del compenso del salvataggio, sulla base dell’art. 489 del Codice della Navigazione. Il P&I, appoggiato a Livorno allo studio legale Vaudo & Paggini è intervenuto per le problematiche assicurative. All’impresa Neri è pervenuto il plauso delle istituzioni per la brillante operazione che ha salvaguardato la costa, ha evitato ogni inquinamento ed ha confermato l’alto livello di preparazione di tutti i dipendenti, dagli equipaggi al personale tecnico ed amministrativo: tutti rimasti per 36 ore al pezzo fino a salvataggio completato.

Il comandante Vincenzo Di Marco davanti alla Sigma.

Il comandante Vincenzo Di Marco davanti alla Sigma.

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Pubblicato il
18 Gennaio 2017
Ultima modifica
25 Febbraio 2017 - ora: 13:11

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