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La Legge di Stabilità e i marittimi “alieni”

Perché non è stato riconosciuto il lavoro “usurante” a chi va per mare – Le richieste

Sulla Legge di Stabilità 2017, il sindacalista Giuseppe Primavera ci ha inviato la seguente lettera aperta ai politici italiani (tutti) da parte dei marittimi.

GENOVA – Egregi rappresentanti del popolo Italiano, conoscete il mondo “alieno” dei marittimi? Eccolo: la nostra attività lavorativa è un susseguirsi di disagi morali, fisici e affettivi.
Disagi morali: Restiamo sul posto di lavoro non per 8 ore ma per 24, e non per 5 giorni alla settimana, ma 7 giorni su 7. Quante ricorrenze passate in solitudine! Natale, Pasqua, nascite di figli e nipoti, matrimoni, lauree, funerali… gli eventi che costellano la vita di un individuo noi troppe volte ce li perdiamo.
[hidepost]Disagi fisici: partire dal Nord America con temperature sotto lo zero e dopo 3-4 giorni essere ai Tropici con temperature estive, giusto per menzionare lo sbalzo termico. E ogni giorno subisci micro vibrazioni continue, anche quando riposi in una piccola cabina a cuccetta con la nave ferma in porto; durante la navigazione le vibrazioni aumentano, e quando c’è il mare mosso, se con i tempi e gli orari da rispettare ce la fai a mangiare, devi trattenere il bicchiere con la sinistra e il piatto con la destra. Se questo non bastasse, i generi alimentari che puoi consumare sono quasi tutti congelati, forse di buonissima qualità (?), ma pur sempre congelati. Lavoriamo sotto le intemperie e in ambienti artificiali. L’assistenza sanitaria la riceviamo quando è possibile (il medico di bordo esiste solo sulle navi da crociera!).
Disagi affettivi: se sei uno dei “fortunati”, che da 40 anni lavora senza interruzione, vuol dire che nella migliore delle ipotesi sei stato un marito e un padre a metà, perché l’altra metà l’hai passata a bordo con i tuoi colleghi.
Per ultimo (ma non per importanza), per noi “gli esami non finiscono mai”: per mantenere gli standard di sicurezza, i marittimi imbarcati, dal Mozzo al Comandante, tutte le settimane devono svolgere esercitazioni obbligatorie (Incendio, Abbandono Nave, Emergenza Ecologica, Uomo in Mare); inoltre, a determinate e ripetute scadenze, dobbiamo frequentare corsi e sostenere esami per mantenere il nostro ruolo professionale, qualunque esso sia.
Considerato tutto ciò, ti illudi che il tuo lavoro sia uno di quelli chiamati “usuranti”. Ci siamo documentati, eravamo presenti con questa definizione nella Tabella “A” del D.L. 374/93 come “Marittimi Imbarcati a Bordo”; poi nel Decreto Salvi del 1999 siamo scomparsi, e nemmeno tenuti in considerazione con il Decreto 67/2011. Secondo Voi il nostro lavoro non ha titolo per essere considerato usurante?
E’ giusto lavorare in queste condizioni sino a 67 anni, prima di poter accedere alla pensione? Vi immaginate una delle esercitazioni dette prima con un equipaggio di 67 enni? E figuriamoci cosa potrebbe accadere quando non si trattasse di una esercitazione. Il sale conserva le acciughe, non gli uomini.
Ci saremmo ora aspettati di rientrare fra le categorie dei lavori usuranti o almeno fra le nuove categorie di lavori gravosi, o lavori pesanti, quelli che secondo il Disegno di Legge per la Finanziaria 2017 consentirebbero almeno di decidere l’uscita dal lavoro: illusione!
Forse ha ragione chi dice che in mare si fa un lavoro consumante, che è tutt’altra categoria.
La Legge si ricorda dei marittimi italiani solo per obbligarli a costosi corsi di formazione per poter continuare a lavorare sulle navi. Se ne dimentica in tante altre occasioni, come quando da imbarcati non possiamo esprimere il Diritto/Dovere di votare, o come quando vecchie Leggi sul lavoro nautico che risalgono a Regii Decreti non vengono adeguate agli standard attuali. Noi che convivevamo e forse ancora conviviamo con l’amianto, siamo stati esclusi dal diritto a usufruire dei benefici previsti per altre categorie dalla normativa su questo killer silenzioso che ha portato via tanti nostri colleghi.
Scusateci siamo Gente di Mare, siamo abituati ad essere sinceri e diretti nel dire le cose: quanto stiamo sopportando noi marittimi è vergognoso, indegno di un paese come l’Italia, “Popolo di Santi Poeti e Navigatori”.
Con questa nostra lettera vogliamo chiedere ai Politici, a partire da quelli Toscani, se intendono veramente rappresentare anche noi.
Vi chiediamo un segnale forte, vogliamo, con fatti e non parole, l’impegno da parte vostra che nel Disegno di Legge sulla Manovra Finanziaria in discussione in Parlamento fra le categorie che potranno usufruire dell’anticipo pensionistico ci sia chiaramente e indiscutibilmente la categoria dei “Marittimi Imbarcati a Bordo”.
Siamo rimasti fregati da altre diciture: “Lavoro a Turno, Lavoro Notturno, Catena di Montaggio…ecc.”. Ci si dimentica o si fa finta di dimenticare che ai marittimi non sono mai state riconosciute queste attività, a causa della peculiarità del lavoro nautico, in quanto le famose Leggi sul Lavoro dei Regii Decreti ci differenziano in molti aspetti, penalizzandoci, dai lavoratori Terrestri: ecco il perché del termine Alieni.
In realtà non siamo Alieni siamo Uomini e Donne, lavoratrici e lavoratori, con l’orgoglio di essere Marittimi.
I Marittimi Italiani non sono moltissimi ma tanti, e sarebbe presuntuoso dire che abbiamo parlato a nome di tutti.
Noi siamo i marittimi della Toremar e pensiamo di aver espresso, negli argomenti di questa lettera, lo stato di frustrazione di Tutti i Marittimi Italiani.
G.P.

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Pubblicato il
9 Novembre 2016

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