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L’ultima volta per Scuola d’Impresa

Per l’anno prossimo niente contributi alle start-up – Il via al percorso formativo in atto per tutto novembre

Pierluigi Giuntoli

LIVORNO – Ultima spiaggia per “A Scuola d’Impresa” della Camera di Commercio. Dopo questa sessione, non ci saranno più soldi. Comunque sono 64 e oltre la metà ha meno di 40 anni gli aspiranti imprenditori che proveranno, questa volta ad avviare la loro start-up grazie ai contributi a fondo perduto stanziati dalla Camera di Commercio.
Dopo il successo della precedente edizione, ha preso il via il 2 novembre, a Livorno, la 2ª edizione dell’iniziativa “A Scuola d’Impresa”.
I beneficiari del bando dedicato agli aspiranti imprenditori della provincia di Livorno, parteciperanno, così come nella scorsa edizione, a un percorso formativo gratuito che si svolgerà con cadenza di due – tre volte alla settimana, fino al 29 novembre 2016.
[hidepost]Il percorso prevede 48 ore di lezione e di laboratorio su business plan, procedure di avvio dell’attività, forme giuridiche e regimi fiscali, marketing, gestione con profitto dell’impresa, agevolazioni, rapporti con le banche.
Coloro che al termine della formazione avvieranno un’impresa riceveranno un contributo economico a fondo perduto a copertura delle spese che saranno sostenute nella fase di start up.
Le risorse stanziate per l’iniziativa ammontano quest’anno a 320.000 euro: ciascuna impresa potrà usufruire fino ad un massimo di 5.000 euro.
“Oggi l’imprenditore deve conoscere molte più cose di prima – ha detto alla platea dei partecipanti il primo dei docenti impegnati nel percorso formativo, il commercialista Matteo Trumpy. Per esempio è fondamentale il grado di informatizzazione, perché occorre gestire un indirizzo di posta elettronica certificata e perché tutta una serie di adempimenti prevede la telematizzazione, come le fatture elettroniche”. Un insieme complesso di argomenti, quello che il corso si propone di affrontare, sia con lezioni in aula che con sessioni a carattere più pratico. Argomenti e discipline che sono imprescindibili per fornire al futuro imprenditore un corredo di conoscenze che sicuramente dovrà approfondire, ma che in ogni caso devono renderlo edotto anche dei rischi del mestiere, poiché, come ha detto Marta Mancusi, funzionario del settore Sviluppo economico dell’Ente, “se iniziare è semplice, occorre attrezzarsi per proseguire l’attività, affrontando tutte le difficoltà successive”.
La Camera di Commercio si è impegnata con questa e altre iniziative simili a dare sostegno alle imprese, soprattutto alle più piccole, anche con lo strumento dell’informazione: infatti – è stato ricordato – è attivo anche uno sportello settimanale su appuntamento per conoscere le varie iniziative messe in campo a favore dell’impresa da soggetti vari. E sul sito è possibile iscriversi a “Ciao Impresa” per ricevere notizia delle iniziative che la CCIAA propone.
Interessante, perché è già uno spaccato su cui riflettere, una prima statistica effettuata su coloro che si sono iscritti a Scuola d’Impresa. Ecco alcuni dati: 64 aspiranti imprenditori; età dai 18 ai 60 anni; 64% ha meno di 40 anni; 89% – 57 persone – appartengono alla categoria dei giovani o delle donne, alle quali è riservata una maggiorazione del 10% del contributo.
Comuni di provenienza: n. 49 di Livorno; n. 6 di Rosignano Marittimo; n. 3 di San Vincenzo; n. 2 di Cecina; n. 2 di Collesalvetti; n. 1 di Campiglia Marittima; n. 1 di Portoferraio.
Settore di interesse: n. 43 commercio; n. 12 servizi; n. 8 artigianato; n. 1 industria.
Tipo di impresa di prossima apertura predominante: ristorazione.
Una nota amara giunge dal segretario generale dottor Pierluigi Giuntoli: “Peccato che iniziative simili, concrete e che si concludono anche con un aiuto economico alla nuova impresa, non potranno più essere messe in programma dalla Cciaa – commenta – perché il taglio delle risorse che andrà a regime nel 2017, con ben il 50% di riduzione delle entrate da diritto annuale, renderà praticamente impossibile sostenere linee di intervento economico a favore di coloro che intendono ‘mettersi in proprio’ e, in particolar modo, nei confronti dell’imprenditoria giovanile. Proprio quelle categorie che, invece, il legislatore afferma debbano essere oggetto di particolare attenzione nelle politiche statali, anche al fine di ridurre la disoccupazione giovanile”.

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Pubblicato il
5 Novembre 2016

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