Classifica dei porti UE l’Italia è quasi in fondo
Secondo Assiterminal è la frammentazione in un numero eccessivo di scali a penalizzarci – L’urgenza della riforma verso i veri “sistemi”

Marco Conforti
GENOVA – Il commento è di Assiterminal, sulla base dei dati Eurostat: l’Italia risulta (dati del 2014) al terzo posto nella UE per tonnellaggio di merci movimentate, mentre è al di sopra della media europea nei traffici con i paesi fuori dall’UE. Però la frammentazione dei suoi porti, e anche degli stessi operatori della logistica, fanno si che nessuno dei porti italiani figuri tra i primi dieci d’Europa. Da qui la necessità assoluta, sottolineata dallo stesso presidente di Assiterminal Marco Conforti, di attuare il prima possibile la riforma Delrio con il concentramento nelle 15 Autorità di sistema portuale delle attuali 24.
[hidepost]Non basta: occorre che le Autorità di sistema diventino davvero di sistema, coinvolgendo il territorio con i collegamenti tra interporti, retroporti, reti ferroviarie e bretelle autostradali, nell’indispensabile razionalizzazione dei “colli di bottiglia” dell’ultimo miglio. E nella regia nazionale sulle tante (troppe) proposte di nuovi terminal spesso a distanza di poche decine di miglia da un porto all’altro.
I dati sul tonnellaggio di merci movimentate dai sistemi portuali nazionali vedono in testa l’Olanda (570 milioni di tonnellate) seguita dall’UK (503 milioni) e quindi dall’Italia (443 milioni). Segue la Spagna al quarto posto, con 427 milioni). Di contro, Eurostat rileva che nei commerci via mare con i paesi extra UE l’Italia copre il 60,7% del totale (media europea 50,5%). Sempre secondo Eurostat, il primo dei porti italiani nella classifica europea è Trieste solo all’11º posto (che si guadagna questa posizione in particolare per le rinfuse liquide) seguito da Genova (al 13º posto). Il resto è nel vuoto o quasi.
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