Cantiere Benetti e posti di lavoro: scoppia il feeling con il sindacato
Il carico di lavoro garantisce anni di pieno impegno e si parla di molte assunzioni, alla ricerca delle specializzazioni – Le grandi navi, il tema dei bacini e il “marina”

Vincenzo Poerio
LIVORNO – Per sua antica abitudine, l’ingegner Vincenzo Poerio parla poco e non si vanta dei successi commerciali – davvero eccellenti – del cantiere Benetti che dirige. E anche questa volta, dopo un lungo incontro con i sindacati di fabbrica, ha lasciato che a parlare fossero loro, i sindacalisti. Con un quadro che ne è uscito, una volta tanto, di reciproca soddisfazione. “Benetti sta crescendo, le prospettive di lavoro sono tali che per almeno i prossimi quattro o cinque anni il cantiere sarà a pieno regime – hanno detto i sindacalisti dopo l’incontro – e i vertici dell’azienda si sono dimostrati molto collaborativi anche sul piano dei progetti di assunzioni”.
[hidepost]Simone Puppo, sindacalista della Fiom-Cgil, nel riferire l’incontro alla stampa ha messo l’accento sulla necessità di “formare” forze di lavoro giovani anche nell’area livornese, in quanto ad oggi molte specializzazioni il cantiere deve andarsele a cercare altrove, a Viareggio o in area del mobile. Si è parlato di corsi di preparazione professionale e di riconversione, sui quali l’azienda è d’accordo. Mancano carpentieri, mancano saldatori specializzati, mancano mobilieri di fino. E si ipotizza per il prossimo futuro una crescita degli occupati, tra diretti e indiretti, di “centinaia di posti”.
Alla base degli sviluppi del cantiere livornese c’è l’adeguamento della taglia delle costruzioni alle richieste di un mercato sempre più ricco e sofisticato. Mentre fino a qualche anno fa i Benetti più grandi raggiungevano i 50/60 metri, oggi sono in costruzione vere e proprie navi da diporto oltre i 100 metri, che cominceranno ad essere consegnate già dalla fine dell’anno prossimo. E dal marketing arrivano le conferme che il futuro sarà in quella direzione, con la crescita delle dimensioni e quindi con ulteriore lavoro. L’ultima consegna di un Benetti, quella del “Lionheart” pochi giorni fa, è stata significativa: 92 metri di lunghezza e una cerimonia nella quale l’armatore ha tessuto le lodi del cantiere. E siamo solo all’inizio del “gigantismo” livornese.
Certo, non mancano i problemi. Il disgraziato incidente del bacino “Mediterraneo” ha costretto Vincenzo Poerio e i suoi ad andare a varare “Lionheart” a La Spezia, con i, ricorso a una (costosa) traversata in chiatta. Si sta lavorando, proprio da Benetti, per rimettere in galleggiamento il “Mediterraneo” ma probabilmente l’operazione non sarà conclusa prima dell’autunno. L’operazione di recupero dovrebbe anche sbloccare la gara per i bacini di carenaggio, anch’essi indispensabili per la crescita esponenziale del lavoro del cantiere Benetti.
Nel frattempo è in corso la progettazione esecutiva del sospirato “marina” del Mediceo. L’Autorità portuale ha finalmente sbloccato la concessione, ma non tutto è risolto perché il Comune continua a dimostrarsi molto freddo (se non peggio) sull’iniziativa. Eppure il “marina” del Mediceo è fondamentale per un altro importante sviluppo dei posti di lavoro a Livorno, quelli del refitting e del rimessaggio invernale. Benetti spera che la lunga attesa sia finita e che una volta presentato il progetto si possa (e si debba) correre. e con Benetti lo spera anche tutta quella parte ella città che valuta i fatti al di la delle chiacchiere e delle polemiche.
A.F.
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