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Damaso Zanardo: la logistica arte e scienza

Presidente Zanardo, quali sono le potenzialità di questo nuovo sito che oggi inaugurate?
Questo polo di 10.000 metri quadrati sorge alle porte di Treviso, di fronte all’aeroporto Canova, è facilmente collegabile ai quattro caselli autostradali, e con la prossima realizzazione della Pedemontana, ci vedrà proiettati anche nel Veneto occidentale.
[hidepost]Geograficamente il polo ha quindi una posizione giusta per la gestione e lo sviluppo delle nostra attività, a cominciare da quella della logistica sanitaria che già operiamo nel trevigiano e che abbiamo recentemente esteso anche alle sanità di Dolo, Mirano e Noale, oltre che nell’area veneziana tanto è vero che a Castelfranco, dove siamo oggi, serviamo le isole di Venezia. La dimensione di questo sito, che vedrà da subito occupate 40 persone, ci fa pensare di poter ampliare ulteriormente il nostro attuale raggio di azione e quindi di toccare se non tutto il Veneto, una parte sostanziale di esso. Anche nella logistica del beverage avremo nuove opportunità di sviluppo.
Quali sono i benefici che riuscite a portare alla sanità?
Rappresentiamo ormai un modello provato, consolidato ed in fase di ulteriori miglioramenti. Quello della logistica ospedaliera è un campo che oggi tanti cercano di intraprendere ma che presenta molti aspetti complessi. Occorrono grandi dotazioni infrastrutturali e, soprattutto, alti standard tecnologici. Quest’anno abbiamo chiuso un accordo con Telecom per la gestione dei dati ai massimi livelli di sicurezza con l’applicazione delle politiche di disaster recovery e business continuity. Essendo detentori di informazioni contenute nelle cartelle cliniche la riservatezza è ovviamente un obbligo come lo è anche la continuità di servizio altrimenti si rischia di lasciare il paziente senza farmaco. La nostra filiera va dal magazzino centrale alla consegna dei pacchi, e nei vari livelli di automazione avviene un monitoraggio completo di tutti i passaggi fino alla somministrazione al paziente; questo responsabilizza chi lavora negli ospedali nella somministrazione e nella conservazione del farmaco.
Qui sarà organizzata a breve anche la logistica del beverage, quali nuove opportunità si aprono?
La logistica del beverage è la nostra attività principale, abbiamo già un hub di 75mila posti pallet a Lodi e qui vogliamo creare un hub per tutto il nostro mondo vinicolo. Sappiamo che i grandi hub sono a Verona, Milano o Bologna, ma crediamo che un hub specifico a Treviso per il mondo del wine possa dare una grande rispondenza alle nostre aziende, tutte di piccole e medie dimensioni, che così potranno usufruire della nostra rete con la quale serviamo già abitualmente 50.000 punti di vendita in tutta Italia. Riteniamo che questa sia una grossa opportunità per le piccole cantine che potranno, a tempi e costi ridotti, percorrere la strada delle multinazionali. Queste sono oggi le nostre principali scommesse che ci vedranno anche impegnati sul “via mare”, dato che è con questa modalità che si svolge tutta l’esportazione del vino.
Quale mercato sta apprezzando in particolare i prodotti vinicoli che trattate?
Andiamo dai mercati interni europei ai mercati del nord America, a quelli del medio ed estremo oriente; queste sono le direttrici su cui si stanno spostando i mercati. Fra i mercati interni considererei anche i paesi dei Balcani, ormai in pratica un tutt’uno con la Penisola: si pensi che ormai da Milano noi serviamo Belgrado, come fosse un transit point dell’Italia. La distanza infatti è più o meno quella che c’è fra Milano e Cosenza.
Il Brexit in che modo darà preoccupazione alla vostra logistica?
Credo che questo aspetto sia davvero da rivedere nei termini dei fattori dei consumi e degli scambi commerciali, e che rappresenti soprattutto un fattore politico importantissimo, che deve preoccuparci e farci riflettere sul modello Europa. Quello attuale è un modello che deve essere ripensato ed avere un’accelerazione, siamo troppo lenti nelle manovre rispetto alle esigenze del mercato ed anche nel risolvere le problematiche di queste grandi migrazioni. Una reazione politica troppo debole porta a queste conseguenze.
Quale sono invece le vostre richieste alla regione Veneto?
La conclusione dei lavori della Pedemontana ed anche altri collegamenti che possono apparire minori ma che sono strategici come quelli con la zona portuale ed industriale di Marghera, fermi dagli anni ‘50. I progetti ci sono ed alcuni cantieri sono aperti ma altri devono ancora essere appaltati. Il problema è rappresentato dalla burocrazia e deve essere superato per procedere celermente alla realizzazione di questi lavori.
Altri aspetti importanti riguardano il contenimento della spesa: la regione Veneto ha una sanità virtuosa e puntuale ma questo rappresenta un considerevole capitolo di spesa. Noi un piccolo contributo lo possiamo dare.
C.G.

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Pubblicato il
29 Giugno 2016

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