Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

Per Confetra fase transitoria in positivo

Al neo-riconfermato presidente di Confetra Nereo Marcucci abbiamo posto alcune domande sullo shipping mondiale e le previsioni sul gigantismo, la riforma e l’Italia. Ecco l’intervista.

Nereo Marcucci

ROMA – I traffici di contenitori sulle rotte principali, ad esempio Asia-Europa, non utilizzano tutta l’offerta di stiva delle grandi Alleanze globali eppure…
Eppure le previsioni presentate da srm nel recente convegno ASAMAR indicano per il 2018 nel 78,5% la crescita per le portacontenitori da 18 a 21.000 teus, il 23,1 per quelle da 13.300 a 17,.999, il 10,2 per quelle da 10.000 a 13.299.
Containerisation International a settembre 2015 ha rilevato che il sentiment dei caricatori è che i noli troppo bassi sono il sintomo di un mercato insano, dalla volatilità eccessiva che crea incertezze.
[hidepost]In un’ottica di breve periodo quindi dovremmo registrare il paradosso di una offerta di stiva in crescita per una domanda rachitica oppure, come osserva Sergio Bologna, che lo shipping assomiglia terribilmente al mercato della finanza immobiliare e che sta alimentando una vera e propria bolla.
In ogni caso da molte parti si comincia a suggerire prudenza nel pianificare investimenti infrastrutturali. Ovviamente, per Paesi, come il nostro che debbono colmare un gap significativo tutto ciò è relativo e la regia nazionale per gli investimenti, come prevede la Riforma, è la cura appropriata.
Questo è particolarmente vero per i porti che vivono quotidianamente una carenza di spazi e di banchine da destinare a tipologie diverse di merci e di vettori come quello di Livorno.
Considerando inoltre che la costruzione di nuove infrastrutture portuali, ferroviarie e stradali chiede tempi medio lunghi ritengo che sia nelle previsioni di tutte le parti coinvolte il raggiungimento di un maggior equilibrio (Maersk non ha ordinativi per tutto il 2016) tra domanda ed offerta di servizi.
Forse – come recentemente sollecitato da FEPORT, l’Organizzazione Europea dei terminalisti portuali – sarebbe auspicabile, soprattutto da parte dei Paesi Europei – una politica comune di strumenti di disincentivazione del gigantismo.
Penso che nel breve periodo si dovrebbe promuovere una discussione sulle forme possibili di coinvolgimento delle compagnie nelle emergenze sociali provocate da loro – pur legittime – decisioni. Penso in particolare a Taranto, Gioia Tauro e Napoli.
Ed in un periodo così problematico è stata avviata la riforma del sistema portuale e logistico ….
Qualsiasi sia la conclusione di questa fase storica, iniziata nel 2007, l’offerta di servizi alle merci dovrà essere più efficiente. La comprensione di questa necessità e la coerenza nel perseguirne gli obiettivi è il fatto più rilevante di questo ultimo anno e di questo Ministero.
Non si tratta quindi solo di accorpare le Autorità Portuali ….
La definitiva approvazione della “Delega Madia” dopo il percorso parlamentare ed il nuovo necessario DPCM definirà solo un aspetto del complesso set di strumenti che saranno messi a disposizione del sistema Paese: interventi veri ed immediati per il trasporto ferroviario come primo passo per il rilancio del trasporto ferroviario, il DPCM sullo sportello unico doganale e dei controlli, il Regolamento attuativo dello sportello unico amministrativo e quelli per i dragaggi, la definizione dei compiti dei tavoli di partenariato, gli approfondimenti sulla digitalizzazione di aree “ nere” del Paese, la regolamentazione del sistema delle concessioni … tutto congiura per un cambiamento atteso da anni.
Ma intanto tra pesatura dei contenitori, nuovo codice doganale comunitario, nuovo codice degli appalti.
Bisogna arrivare in buona salute al momento nel quale le riforme produrranno i loro effetti. Ciò significa che in quella prospettiva dobbiamo avere la capacità di governare nella distinzione dei ruoli, molti cambiamenti. L’introduzione delle nuove regole del Codice doganale comunitario dal 1º Maggio, salvo poche eccezioni, è avvenuto senza problemi. Ritengo motivatamente che ci sia ancora da lavorare perché ciò avvenga anche dal 1º Luglio quando dovremo pesare migliaia di contenitori in export. Soprattutto verso gli shippers e verso gli autotrasportatori perché arrivino ai gate portuali e terminalistici nelle condizioni previste dal Decreto del Comando generale delle Capitanerie. C’è una parte del problema – a monte – dell’arrivo in porto che merita ulteriore attenzione così come sarebbe necessaria una ulteriore rivisitazione della parte già decisa.
E’ possibile, come mi risulta, che il nuovo codice degli appalti determini una fase transitoria faticosa e suscettibile di rallentare gli investimenti ma ritengo che tutto questo sarà compensato, a regime, da regole più chiare che renderanno più veloce il processo amministrativo.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
8 Giugno 2016

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora