Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

La cerniera “Federagenti”

Il neo presidente Gian Enzo Duci candida la Federazione al ruolo di raccordo e conciliazione

Gian Enzo Duci

ROMA – “Uniti e non conflittuali per costruire un’Italia logistica in grado di affrontare davvero e non solo a parole le sfide e le opportunità del futuro”. L’appello è di Gian Enzo Duci neo-presidente di Federagenti, che, come primo atto del suo mandato, candida la Federazione che presiede a svolgere un ruolo di cerniera fra le principali associazioni rappresentative del cluster marittimo, portuale e logistico.
“Il nostro settore è posto di fronte a una duplice sfida; da un lato precisa – quella posta in essere da una crisi prolungata e quindi da trasformazioni mai così rapide come oggi; dall’altro, quella generata da una sovrapposizione sul mercato di ruoli e di funzioni che rischiano pressoché quotidianamente di generare conflitti di competenza fra gli operatori del settore”.
[hidepost]“Il risultato che sta emergendo è quello di profonde crepe all’interno di quello che veniva chiamato il cluster marittimo e portuale e contrapposizioni conflittuali fra Associazioni che per altro non hanno trovato in questi anni, al di là di dichiarazioni e occasioni più di forma che di sostanza, un comune denominatore e una sede effettiva nella quale risolvere i loro conflitti e remare nella stessa direzione”.
Secondo il neo-presidente degli agenti marittimi italiani, Federagenti ha oggi, e in parte le ha conquistate sul campo, tutte le caratteristiche inclusa una credibilità istituzionale per fungere da cerniera e da raccordo fra soggetti come Confitarma, Confetra e Confcommercio. “Non cerchiamo leadership. E’ anzi l’esatto contrario: ci poniamo in una posizione di servizio – prosegue Duci – sia perché non possiamo permetterci di assistere passivamente a un inasprimento dei contrasti in atto, sia perché difronte all’impegno, del tutto nuovo e anomalo rispetto al passato, che caratterizza questo governo nei settori della logistica e della portualità, non possiamo certo assistere passivamente al cambiamento, buttando a mare il contributo che le nostre esperienze e le nostra professionalità potrebbero fornire e sacrificandole invece sull’altare di singoli interessi di area o categoria.”
Ferme restando le competenze di tutti i soggetti associativi, inclusa quella della Federazione del mare, che negli anni ha assunto caratteristiche più riflessive e teoriche, Federagenti intende promuovere un tavolo di confronto a porte chiuse e – sottolinea Duci – “a riflettori spenti”, dove svolgere un’opera di conciliazione e dove affrontare uniti le vere problematiche che il mercato internazionale impone oggi come emergenze”.

[/hidepost]

Pubblicato il
8 Giugno 2016

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora