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Isole toscane, presente e futuro

La fondazione del senatore Matteoli sulle esigenze di un territorio fragile

Altero Matteoli

PORTOFERRAIO – Le isole della Toscana, presente e futuro. Un tema solo superficialmente locale, visto che le sette isole dell’arcipelago, con l’Elba in primo piano per valenza turistica ed economica, sono un po’ la cartina di tornasole di quello che l’Italia potrebbe ricavare da un turismo selezionato e sostenuto, invece di accontentarsi – come accade – del turismo “mordi e fuggi” nei vari ponti festivi e nei due caotici mesi dell’estate.
Il tema è stato affrontato ieri all’hotel Airone di Portoferraio con i sindaci delle isole dalla fondazione del senatore livornese Altero Matteoli, che delle isole è sempre stato un attento osservatore (e fruitore). “Le esigenze del territorio mutano con i tempi – ha detto il senatore – e nelle nostre isole queste esigenze si sono fatte più forti perché le distanze dal continente creano incertezze, dubbi, fragilità di sistema ulteriormente accentuate dalla crisi economica in atto”.
[hidepost]Un convegno, quello di ieri, che ha visto dall’elenco degli inviti la presenza dei principali comuni, con i rispettivi sindaci. E inoltre del presidente dell’ente parco dell’arcipelago Giampiero Sammuri, del direttore della Camera di Commercio Pierluigi Giuntoli, di politici locali e regionali con l’ex sindaco di Portoferraio Gianni Anselmi e il commissario dell’Autorità portale di Piombino Luciano Guerrieri.
Nella sostanza, le isole toscane hanno problematiche in parte comuni, in parte specifiche. Va dato atto che la Toremar, consolidatasi nel gruppo Onorato, oggi è una compagnia che svolge un buon servizio, con navi rimesse in condizioni più che decorose e con un buon rapporto anche con il personale, dopo le tante incertezze e i problemi della gestione regionale. Risolto il “buco” del collegamento con la Gorgona, che oggi è gestito da una società privata di piccoli traghetti veloci, la linea con la Capraia funziona bene (anche se sarebbe necessario che venisse meglio protetto l’accosto dalle grecalate con il tante volte promesso frangiflutto esterno) e il collegamento con L’Elba rimane uno dei punti forti peraltro con una crescente armonizzazione con i servizi della consorella Moby Lines.
I problemi, quelli più seri, vengono non dal mare. Gorgona, per esempio; oggi ha una quarantina di detenuti e il doppio degli agenti di custodia, non riesce a produrre nemmeno il necessario per sostentarsi malgrado sia colonia agricola, è in continuo alternarsi di notizie tra la chiusura del carcere (che costa pesantemente) e il rilancio. La recente modesta apertura al turismo ambientalista è un buon segnale, ma non può risolvere le cose.
I problemi di Capraia sono altri: il Comune, uno dei più antichi d’Italia, è “schiacciato” dalle norme rigidissime del patto di stabilità, non ha personale sufficiente, è a rischio di veder il porto-approdo tagliato fuori dall’Autorità portuale, e si avvicina alle elezioni amministrative con un crescente disagio dei circa 400 residenti, proprio per l’assenza dello Stato. Sull’Elba infine gravano i tanti piani di unificare i troppi comuni – con le ovvie resistenze – e le carenze infrastrutturali storiche. Il convegno (in atto mentre andiamo in stampa) ha avuto il merito di aprire un dibattito. Ma le soluzioni, se saranno indicate alla fine dei lavori, non saranno in ogni caso semplici.

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Pubblicato il
2 Aprile 2016

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