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Decreto Madia sui porti: si apre il tiro al bersaglio

Un primo confronto lunedì prossimo a Livorno con i parlamentari, il presidente di Assoporti e il direttore generale del MIT – L’iter in vista dell’estate

Marianna Madia

ROMA – Se qualcuno pensava, con indubbia ingenuità, che la riforma dei porti potesse partire così come è stata approva dal consiglio dei ministri, farà presto a ricredersi. Perché è vero che la riforma contiene molti elementi condivisibili. Ma ci sono anche altrettanti punti che stanno già innescando accese discussioni: se non addirittura (si veda il governatore della Campania, in strana abbinata politica con quello della Liguria) dichiarazioni di guerra.
[hidepost]L’intervento qui a fianco di Vladimiro Mannocci, già esponente di spicco dell’associazione nazionale delle compagnie portuali, può essere un segnale.
Della riforma si comincia dunque a parlare in chiave analitica e non solo per messaggi cifrati. Tra gli appuntamenti, il più vicino in termini temporali è quello di lunedì prossimo 22 febbraio a Livorno, in Fortezza Vecchia, indetto dall’Autorità portuale nell’ambito delle iniziative del “Port Center” alle 15,30. Il tema è l’analisi del decreto Madia, con un parterre di primissimo piano: nell’ordine del programma il presidente di Assiterminal Marco Conforti, il senatore Marco Filippi dell’8ª commissione Lavori Pubblici, l’onorevole Marco Tullo della IX commissione trasporti della Camera, il presidente di Assoporti Pasqualino Monti, il direttore generale del MIT Enrico Maria Pujia, il professore emerito Pier Paolo Puliafito e l’avvocato marittimista Maurizio Maresca. Coordinerà il segretario generale dell’Autorità portuale livornese Massimo Provinciali.
In attesa del passaggio in conferenza Stato-Regioni e dei pronunciamenti del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari, il dibattito parte dunque dai porti. Ed è logico chiedersi quante e quali delle osservazioni che stanno cominciando a piovere da vari pulpiti potranno trovare spazio negli emendamenti – o proposte di emendamenti – che certo accompagneranno l’iter della riforma.
Una cosa è certa: non sarà un iter semplice e nemmeno veloce. Tanto che tornano a galla le indiscrezioni su una notevole divergenza di idee tra il testo approvato dal consiglio dei ministri su elaborazione Madia/Delrio e il testo assai più tranchant che si dice avrebbe voluto il premier Marco Renzi. E che forse, bocciato dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra con qualche atto d’imperio specie d’estate, quando l’attenzione alla politica si allenta (e ovviamente in base anche ai risultati delle elezioni amministrative).
A.F.

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Pubblicato il
20 Febbraio 2016

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