Via alla riforma con i decreti Madia
Il presidente di Assoporti Pasqualino Monti auspica che i presidenti siano entro aprile – Due sportelli unici per semplificare e velocizzare i controlli sulle merci
ROMA – Come era stato preannunciato, dopo il rinvio della settimana scorsa, il consiglio dei ministri di mercoledì notte ha approvato il decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali”, presentato dal ministro Marianna Madia.
[hidepost]Il provvedimento – si legge in una nota ufficiale – si inserisce nelle politiche e nelle azioni per il rilancio della portualità e della logistica intrapreso dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. Sempre secondo la nota ufficiale rilasciata dalle agenzie di stampa, insieme ad altre azioni in corso, il decreto punta sulla competitività dei nostri porti e sostiene il ruolo dell’Italia, attraversata da quattro corridoi ferroviari Ten-T, come hub nel Mediterraneo e piattaforma logistica europea. La semplificazione delle procedure per facilitare il transito di merci e passeggeri, la promozione di centri decisionali strategici rispetto all’attività di porti in aree omogenee, la riorganizzazione amministrativa, il coordinamento centrale del Ministero sono i princìpi centrali del decreto. Positivi i commenti del mondo della portualità. Pasqualino Monti, presidente di Assoporti e dell’Authority dei Porti di Roma (Civitavecchia) sottolinea che dopo il passaggio nelle commissioni parlamentari di Camera e Senato (necessario ma non determinante, in quanto si tratta di parere non vincolante) previsto tra la fine di febbraio e i primi di marzo, e l’esame del Consiglio di Stato, il ministro Delrio sarebbe già in grado di fare le nomine dei presidenti delle Autorità di sistema varate con i decreti Madia già entro la fine di marzo o al massimo ad aprile. Le commissioni parlamentari a loro volta dovrebbero non frapporre ostacoli, secondo il presidente di Assoporti, in quanto il testo Madia è arrivato al consiglio dei ministri dopo una lunga e determinante trattativa tra le parti politiche.
Rispetto agli attuali 113 procedimenti amministrativi, svolti da 23 soggetti – sottolinea la nota ufficiale del governo – funzioneranno lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, da realizzare sotto il coordinamento funzionale dell’Agenzia delle Dogane, e lo Sportello Amministrativo Unico, un front office per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali. Due sportelli che abbasseranno drasticamente i tempi di sdoganamento e amministrativi, oggi imparagonabilmente più lunghi rispetto ai maggiori porti internazionali. Semplificazioni e risparmi, inoltre, per arrivi e partenze delle navi.
I porti italiani vengono riorganizzati in 15 Autorità di sistema portuale, centri decisionali strategici con sedi nelle realtà maggiori, ovvero nei porti definiti core dalla Comunità Europea.
Le sedi di Autorità di sistema portuale sono: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Il decreto prevede che alle nuove Autorità di sistema portuale faranno riferimento 54 porti di rilevanza nazionale. Le Regioni possono chiedere l’inserimento nelle Autorità di Sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale. Come noto, è già partita la consultazione nella Conferenza Stato-Regioni che la Consulta ha imposto sul tema.
L’Autorità di Sistema Portuale – conclude la nota del governo – sarà gestita in modo snello: il presidente, il comitato di gestione, cioè un board ristretto a poche persone, il segretario generale, il collegio dei revisori dei conti. Rispetto agli attuali Comitati Portuali, si passa da circa 336 membri a livello nazionale a circa 70.
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