Livorno hub logistico per l’LNG sul Tirreno
L’iniziativa è già stata recepita nel piano nazionale GainnMed ed ammesso ai finanziamenti europei – Con le bettoline dalla piattaforma OLT alla stazione in porto

Massimo Provinciali
LIVORNO – L’elettrificazione della calata Sgarallino, per il momento sia pure con risultati platonici più che realistici – non ci sono navi con gli attacchi ad hoc – e i progetti per adattare la piattaforma offshore della OLT anche in hub per rifornire di LNG attraverso bettoline i terminali costieri, sono la conferma che il porto di Livorno si sta portando all’avanguardia dei progetti europei che imporranno all’Italia una netta diminuzione delle emissioni da carburanti navali entro il 2020. In particolare del programma sull’LNG ha parlato in una recente intervista a La Nazione il segretario generale dell’Authority labronica Massimo Provinciali.
Il punto di partenza è che l’Authority – ha sottolineato Provinciali – è stata la prima in Italia a presentare un progetto complesso per lo sviluppo della filiera LNG nell’alto Tirreno, la “Meaning Initiative LNG Northern Tyrrenian Distibution Network”. Progetto articolato anche con la piena collaborazione di partner privati locali che sono i Costieri Gas ENI, Olt Offshore, Gas and Healt, Higas, Global Service e RINa.
[hidepost]Il progetto a sua volta è stato inserito in quello nazionale GAINNMED (Gas Innovation Network Mediterranean) guidato dai ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e dello Sviluppo Economico ed ammesso ai finanziamenti UE nella CEF (Connection Europe Facility).
Uscendo dai tecnicismi degli acronimi, il progetto livornese fa perno sulla piattaforma OLT offshore perché il lato libero della suddetta piattaforma sia trasformato in attracco per bettoline che possano caricare l’LNG e trasportarlo a stazioni di rifornimento portuali, adatte a loro volta a rifornire sia navi che mezzi pesanti (Tir). Secondo le normative europee infatti ogni porto della rete “core” dovrà dotarsi entro il 2020 di facilities per il rifornimento di LNG. Livorno sta appunto studiando la creazione di una stazione inshore, ovvero portuale, per il rifornimento di LNG alle navi: utilizzando anche le risorse che la UE ha stanziato per queste iniziative pari a 14 milioni di euro.
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