Dal programma operativo PON 2014-20 quasi 2 mila milioni per le infrastrutture
Della rilevante cifra circa il 30% ai porti del meridione d’Italia con priorità a Gioia Tauro e Taranto per accogliere le fullcontainers giganti – Una convenzione tipo per facilitare il project financing – E i cinesi di Qingdao affiancano Maersk per la piattaforma di Vado
ROMA – Arrivano finanziamenti, veri e non solo sperati, anche per i porti del meridione. Sono fondi PON, ovvero del programma operativo nazionale 2014-2020 del ministero delle Infrastrutture, che la commissione UE ha approvato all’inizio d’agosto e che prevede un finanziamento europeo di 1.382,8 milioni di euro a fianco di 460 milioni di co-finanziamento nazionale.
[hidepost]Come sempre, ci sono voluti più di tre mesi dalle approvazioni per mettere a punto la macchina burocratica che adesso deve partire.
Significativo che il PON finanzierà “prioritariamente” i porti di Gioia Tauro e di Taranto con l’obiettivo (testuale) “di renderli capaci di accogliere le mega-navi containers delle ultime generazioni”; e i porti di Napoli-Salerno, previsti in accorpamento con un’unica Autorità portuale, nonché lo scalo di Augusta “per potenziare il traffico container intermodale e le strutture per i ro/ro (Autostrade del mare).
La vocazione alle maxi-full containers sembra un’ossessione dei vertici nazionali del governo, dove si giudica che in 60 anni la capacità di trasporto delle singole full-containers (vedi disegno in alto) passando da SS “Ideal” del 1956 a “Msc Zoe” del 2015 è aumentata del 20 mila per cento…
Ai porti, sottolinea il collegato che illustra i dettagli del PON, sono destinati fondi per il 30% circa dell’intero programma, cioè oltre 500 milioni di euro.
Il resto del maxi-finanziamento riguarda in particolare il potenziamento delle ferrovie cargo meridionali (la Napoli-Bari e la Palermo-Messina-Catania) e l’eliminazione dei “colli di bottiglia” dell’ultimo miglio tra interporti-porti-rete FS per favorire l’intermodalità. Si parla più che altro degli interporti di Marcianise e Nola. Meno chiare le prospettive per il sistema al centro-nord, che evidentemente viene giudicato accettabile, almeno in confronto a quello del sud.
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Altro punto su cui il governo sta lavorando è il rilancio del project-financing, con la messa a punto di una convenzione-tipo per facilitare i finanziamenti privati su progetti di pubblica utilità. Lunedì 24 novembre lo schema della convenzione sarà presentato dal ministero dell’Economia. Tra i punti-guida dello schema anche tutta una serie di paletti per evitare – si sottolinea al ministero – i numerosi trabocchetti che si sono verificati in grandi appalti pubblici con le ricadute di tangenti, processi e ritardi dei lavori. L’obiettivo dichiarato è anche quello di incentivare i privati a investire in opere pubbliche. Seguirà sul tema una consultazione pubblica di sei mesi. Con l’amara considerazione di partenza che oggi l’Italia – lo conferma un ponderoso studio dell’università Luiss di Roma – risulta il paese con minore attrattività dei privati per investimenti in campo infrastrutturale”. Tra i suggerimenti al governo, la creazione di una Strategic Infrastructure Unit, ovvero un’Authority (un’altra!) che studi i sistemi più veloci e garantisti per arrivare a finanziare opere e a superare gli inevitabili effetti Nimby (not in my backyard) che in Italia rallentano disastrosamente ogni opera di interesse pubblico.
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Nel settore del project financing avanzato, c’è la notizia che i cinesi di Qingdao intendono intervenire finanziariamente sulla piattaforma container in costruzione a Vado Ligure (Savona). Si affiancheranno ad Apm Terminal della danese Maersk, che comunque manterrebbe la gestione del mega-progetto destinato ad aprirsi alle navi fullcontainers delle ultime generazioni. E su questa corsa alle grandi e grandissime fullcontainers il quadro si fa frenetico ma anche confuso. Puntano su questa tipologia di navi Gioia Tauro e Taranto (vedi piano PON qui sopra) con fondi pubblici, Maersk su Vado Ligure con fondi pubblico-privati, Trieste con una pianificazione pan-europea, e anche Civitavecchia con la maxi-darsena in costruzione, forse Livorno se passa il criterio (assai discusso) di una piattaforma Europa con fondali da 18 a 20 metri… Troppa grazia, ancora una volta, per una previsione di traffici che non basterà ad accontentare solo due di questi grandi progetti.
A.F.
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