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Noli depressi tra Far East e Med meno merci ed eccesso d’offerta

Qualche compagnia studia anche un eventuale nuovo GRI mentre vengono rivisti gli ordini di grandi fullcontainers non ancora perfezionati – Tra le cause, anche le sanzioni alla Russia e la frenata della Cina

LONDRA – L’export dal Far East è in stanca, i noli marittimi ne risentono, e le compagnie di navigazione cercano di limitare i danni. E’ pesante la situazione che si sta determinando sulle principali rotte mondiali, ma pesantissima per quelle che servono il “ventre molle” dell’economia, quell’Europa allargata (per le sanzioni e i cali del gettito dal greggio) alla Russia.
[hidepost]Tanto che anche la strapotente alleanza “2M” tra Maersk e Msc, ovvero tra i due giganti dello shipping, ha sospeso a far data dai primi di novembre il servizio diretto dal Far East al Mar Nero. La promessa è che quei mercati saranno serviti da feeder, ma il significato strategico rimane chiaro.
Dall’osservatorio di Londra, che segue l’andamento dei noli marittimi ora per ora, si registra la continua erosione delle rate di nolo in particolare dal Far East all’Europa. Cali in alcuni versi drammatici: per il Nord Europa si parla di noli intorno ai 230 dollari a teu, mentre sul Mediterraneo è stata sfondata la barriera dei 200 dollari (in negativo). E c’è chi testimonia (da Genova l’Avvisatore Marittimo di qualche giorno fa) di contenitori tra Asia e Mediterraneo a 100 dollari. Chi può (ma chi, realmente, davvero può permetterselo?) starebbe studiando l’applicazione di un altri GRI (General Rate Increase) ma tutti sanno che non potrà essere la soluzione.
Gli armatori sottolineano che a deprimere il mercato sono numerose concause: che vanno dalle sanzioni alla Russia alla crisi ancora in atto nell’economia europea, dal rallentamento dell’export della Cina all’eccesso di offerta di stiva, dovuto all’entrata in servizio di sempre nuove navi con sempre maggiore portata. Su quest’ultimo aspetto c’è ancora da dire l’ultima parola perché sono attese altre navi, compresi alcuni giganti da oltre 20 mila teu. Ma qualche segnale di ripensamento c’è già. In particolare Msc sembra intenzionata a rallentare la corsa alle nuove navi, limitandosi a quelle già ordinate e in costruzione. In attesa di tempi migliori, ciascuno reagisce come può.

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Pubblicato il
24 Ottobre 2015

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