Dragaggi, quasi pronte le nuove normative
Si stringono i tempi per i regolamenti e per il collegato da discutere nella conferenza tra Stato e Regioni – Gli scarichi in mare delle sabbie non inquinate

Gian Luca Galletti
ROMA – La revisione delle normative nazionali sui dragaggi portuali sta entrando in dirittura d’arrivo. Con una serie di passaggi tutt’altro che semplici, tra il ministero dell’Ambiente, quello delle Infrastrutture e Trasporti e con un previsto collegato che andrà discusso tra Stato e Regioni, la riforma si avvia ad essere presentata forse entro la fine di questo mese o anche prima. E’ ancora presto per capire se la montagna partorirà il topolino: o se si arriverà davvero – come si spera nei porti ma non soltanto – ad una riforma organica e moderna, che senza massacri per l’ambiente marino snellisca, semplifichi e acceleri le procedure per restituire ai porti italiani quei fondali che lo sviluppo dello shipping richiede da tempo.
[hidepost]Dalle indiscrezioni che filtrano a Roma, la riforma sui dragaggi dovrebbe nascere con tre regolamenti ad hoc emanati nell’ambito del MIT (ministero Infrastrutture e Trasporti) d’accordo con l’Ambiente; ed un “collegato” interministeriale da avviare come base alla conferenza Stato-Regioni. Uno de punti più delicati dei confronti in corso tra i due ministeri, che coinvolgono tra l’altro anche l’Ispra e le altre strutture tecniche consulenti del governo nel campo, riguarda la possibilità di tornare a versare in mare i materiali di dragaggio portuali che risultino non inquinati. Sul principio generale ci sarebbe già un accordo di massima, ma si sta lavorando per definire quali specifiche dovranno essere adottate per definire i materiali “non inquinati” e quindi non inquinanti, per individuare le aree di mare dove scaricarli, e per stabilire un crono-programma di controlli e monitoraggi. Il tutto senza introdurre normative che possano risultare altrettanto limitanti, farraginose o peggio poco chiare, con il risultato di peggiorare ancora le cose.
A.F.
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