Export, Nord-Est in pole

Sergio Scicchitano
ROMA – L’export italiano torna in buona salute e le vendite di beni sui mercati esteri nel primo semestre 2015 sono risultate in aumento sia per le regioni nord-orientali che per quelle meridionali e insulari, con una crescita del 3,2% nel primo trimestre e del 2,1% nel secondo trimestre.
La fotografia della ripresa delle aziende italiane scattata dallo Studio Legale Scicchitano (www.studioscicchitano.it) su dati Istat mette in evidenza che a registrare la maggiore espansione delle esportazioni sono il Friuli-Venezia Giulia (+31,8% nel primo trimestre) e i prodotti energetici (+38,8 nel secondo trimestre).
[hidepost]«La locomotiva produttiva del made in Italy si è dunque rimessa in moto e l’Italia riparte. Si ricomincia a investire nelle fabbriche e a creare nuovi posti di lavoro» commenta il professor Sergio Scicchitano, uno dei più quotati «corporate lawyer» italiani.
A guidare la classifica delle regioni dove maggiormente è ripartita l’occupazione è il Veneto dove da inizio anno i nuovi contratti sono a +57% e solo nel 30% dei casi si tratta di stabilizzazioni dei vecchi contratti. E proprio in Veneto vi sono alcuni dei comparti che grazie all’export corrono di più, come l’abbigliamento di Treviso che nel primo trimestre 2015 ha raggiunto i 300 milioni di euro di giro d’affari, il 40% in più in rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Secondo quanto emerge dai dati elaborati dallo Studio Legale Scicchitano la ripresa è più marcata a Nord-Est, ma riguarda tutto il Paese. I territori del made in Italy si stanno dimostrando sempre più competitivi in tutte le regioni d’Italia.
«Le esportazioni stanno aumentando un po’ ovunque e anche il credito lentamente riparte. Lo dimostrano gli indicatori Istat, ma anche le tante storie degli imprenditori clienti del nostro Studio» conclude l’avvocato Sergio Scicchitano, secondo il quale è la nuova disciplina sulle crisi societarie che sta permettendo a molte aziende di ripartire, grazie alle facilitazioni per l’accesso al credito da parte delle imprese in crisi e all’inammissibilità del sequestro dei beni per le imprese di interesse strategico nazionale nel caso ciò possa impedirne l’attività.
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