Sulla competitività dei porti l’Italia è il fanalino di coda
Nel Mediterraneo siamo stati battuti anche dal Marocco – Il problema della burocrazia e l’urgenza della riforma – Il peso dei trasporti marittimi nell’economia nazionale
ROMA – L’urgenza della riforma della 84/94 non si misura solo per una più moderna “governance” dei porti, ma anche e specialmente per la necessità di recuperare in competitività dell’intero sistema.
[hidepost]Lo conferma il rapporto annuale di SRM, il centro studi di IntesaSanPaolo per il Mezzogiorno nel comparto dedicato all’Italian Maritime Economy, con il quale si analizzano sia i flussi delle merci nel Mare Nostrum, sia la competitività dei sistemi portuali dei paesi dell’Europa, in rapporto ai mercati del Mediterraneo ma non solo.
Le cifre sui traffici nel Mediterraneo sono lusinghiere, perché il flusso navale è in crescita (siamo al 19% dei traffici mondiali contro il 15% registrato nel 2005). Le cifre della competitività dei porti italiani invece sono disastrose: siamo calati al 17º posto assoluto, avendo perduto ben tre posizioni all’inizio di quest’anno rispetto al 2014. In ambito Mediterraneo anche il Marocco ci ha superato nella competitività con l’exploit di Tanger Med, per non parlare della Spagna (in testa a livello europeo figurano Germania ed Olanda).
Qualche cifra, sulla crescita dei porti del Mediterraneo, sperando non farci troppo del male. Tanger Med è aumentato in un anno del 20,7% mentre il Pireo dal 1995 è cresciuto del 400% (e di recente con Evergreen ancora di più) Algeciras del 300% e Port Said del 1500%. Tutto questo con i porti italiani che pur avendo anch’essi registrato qualche aumento, specie nell’ultimo anno con la modesta ripresa dell’export, soffrono pesantemente di “burocratite”. Eppure l’Italia rimane il terzo paese d’Europa per i traffici gestiti, anche se il 50% del totale è rappresentato dalle rinfuse, sia liquide che solide.
Il rapporto sottolinea che almeno su un settore, il cabotaggio (short sea shipping) l’Italia rimane il primo paese del Mediterraneo con 36 milioni di tonnellate trasportate. L’economia marittima rappresenta più di 700 mila posti di lavoro e l’export italiano che parte via mare ha un valore (2014) di circa 220 miliardi di euro. In testa su questa voce i porti della Liguria, con punte del 56%.
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