Authorities spendaccione? Assoporti non è d’accordo
Pasqualino Monti contesta il giudizio negativo ma richiama alla urgenza della riforma della governance – Critici Assiterminal e Federagenti: troppi aumenti delle tasse portuali

Pasqualino Monti
ROMA – Il siluro è partito, e la difesa tentata da Assoporti non sembra aver convinto molti: tanto che il sistema delle Autorità portuali italiane sembra colpito sulla linea di galleggiamento, con notevoli danni collaterali anche sulla credibilità. E’ quanto emerge dal confronto sulle spese delle Autorità portuali italiane tra il 2006 e il 2013 (ultimi dati disponibili), un’analisi che il giornale della Confindustria ha titolato brutalmente: “Spese fuori controllo”.
A fronte di una flessione delle merci movimentate nel periodo in esame dell’8,1% – sostiene l’indagine – i canoni di concessione e i costi delle autorizzazioni sono aumentati del 31,4% e le uscite correnti delle Autorità portuali del 42,8%. Durissimo il primo commento del presidente di Assiterminal Marco Conforti riportato da “Il Sole-24 Ore”: l’aumento dei canoni demaniali rende sempre meno competitiva l’offerta dei terminalisti italiani. E Michele Pappalardo, presidente di Federagenti ci ha aggiunto il suo carico da novanta: “Il sistema non funziona e si sta incancrenendo, con aumenti delle tasse in tempi di crisi dovuti a un’assoluta mancanza di programmazione e di conoscenza del mercato a livello centrale”. Tradotto: gli aumenti delle tasse portuali sono anche colpa dello Stato che autorizza incrementi fuori da ogni logica di mercato.
[hidepost]La difesa di Assoporti, affidata a una nota del presidente Pasqualino Monti, è articolata. Nel periodo in esame – rileva – le spese di funzionamento delle Autorità portuali sono calate da 165,44 milioni a 135,85 milioni, con un forte taglio nell’acquisto di beni e servizi (da 64,32 milioni a 27,19 milioni) mentre gli oneri finanziari e tributari sono leggermente aumentati, da 11,74 a 13,89 milioni. Ma sono state le spese del personale a crescere nettamente (da 81,58 milioni a 101,38 milioni) per il meccanismo dei contratti nazionali: e specialmente sono aumentate le uscite correnti (da 28 milioni a 57,96 milioni) e ultimamente anche la voce delle prestazioni istituzionali, nel 2013 arrivata a superare i 68 milioni. Facendo le somme, il totale delle uscite correnti delle Autorità portuali italiane è passato dai 193,47 milioni del 2006 ai 276,19 milioni del 2013 (+42,8%). Per Pasqualino Monti, gli aumenti sono in buona parte legati ai meccanismi nazionali di legge e la gestione delle spese è stata in generale “virtuosa”. Più che fare le bucce al sistema sui singoli conti – ha concluso il presidente di Assoporti – occorre dare nuova governance alle Autorità per aiutarle e proiettarsi su un mercato internazionale sempre più competitivo.
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