La riforma portuale nel parere dei piloti
Il problema della sicurezza e la gestione dei servizi tecnico-nautici nel confronto tra Autorità Marittime e Autorità Portuali – I costi del pilotaggio e le strutture degli scali italiani – La responsabilità nelle manovre delle navi

Cino Milani
ROMA – Cambiano i vertici della Federazione Italiana dei Piloti dei porti. Il nuovo presidente è il comandante Danilo Fabricatore Irace della corporazione Piloti di Genova, il vice presidente è il comandante Antonio Tedisco della corporazione Piloti di Milazzo, il nuovo direttore (già vice direttore) è Cino Milani, pilota dello scalo labronico.
Nel suo rientro in città del fine settimana abbiamo intervistato Cino Milani, per sapere cosa ne pensano i piloti della riforma dei porti così come anticipato da varie fonti vicino al governo.
Cosa pensa della riforma in corso?
[hidepost]“Al momento niente, questa riforma è come il terzo segreto di Fatima, tutti ne parlano, tutti ipotizzano, tutti sanno ed hanno una propria versione, ma in realtà quello che manca è una versione ufficiale; e non è mia abitudine ragionare solo sul sentito dire. Forse anche gli Stati Generali della portualità e della logistica sarebbe stato meglio convocarli solo dopo aver divulgato ufficialmente quali sono le reali intenzioni”.
Per i Servizi Tecnico Nautici cosa si aspetta?
“Nel calcio si dice “squadra che vince non si cambia”. Siamo l’organo tecnico della Capitaneria di Porto, nella mia esperienza da pilota prima e da capo pilota poi, la Capitaneria di Livorno è stata la mia seconda casa, sono cresciuto come pilota accanto ad ufficiali come Raimondo Pollastrini e Marco Brusco, che poi sono diventati ammiragli ispettori. Nelle Capitanerie ho trovato ufficiali con i quali ho condiviso giorni e notti, sabati e domeniche, Natali e Capodanni, solo per risolvere i problemi del porto, senza nessun interesse economico, probabilmente senza percepire nessun compenso straordinario (spending review) e non stò parlando di emergenze! Poi ci sono state anche quelle, ma per quelle i risultati parlano da soli”!
Eppure tra i sentito dire c’è la possibilità che la gestione dei servizi tecnico nautici passi alle Autorità portuali.
“Lo vedo molto improbabile: nelle Autorità portuali ci sono professionisti seri, ma si occupano di altro, ad oggi non c’è una figura competente esperta di aspetti nautici e di manovra. Se veramente qualcuno ha pensato ad una soluzione del genere, di porti non ha grossa esperienza, soprattutto se intravede in questo cambiamento solo la possibilità di qualche vantaggio economico, che poi alla fine non si concretizzerebbe; e tutto a scapito della sicurezza! Che senso ha creare un doppione di quello che oggi funziona? Mi chiedo se qualcuno ha spiegato al presidente Renzi che oggi i Servizi Tecnico Nautici allo Stato non costano niente, e che per il 65% vengono pagati da capitali provenienti dall’estero. Togliere alle Autorità Marittime la totale gestione di questi servizi è un controsenso immotivato, comprometterebbe un rapporto, fatto di esperienza, frutto di centinaia d’anni di lavoro.
“Chi lo fa è bene che ci metta la faccia, ma anche che si faccia carico delle conseguenze, potrebbe essere un nome da ricordare”!
Quindi la gestione dei Servizi Tecnico Nautici per lei deve essere lasciata alle Autorità Marittime?
“I servizi tecnico nautici devono essere scevri da interessi economici che potrebbero condizionarne l’efficienza; devono essere gestiti solo da un soggetto Super Partes, che non possa essere commissariato. Oltre all’Autorità Marittima ne conosce un altro? Tutto questo fino ad oggi ha permesso di far scalare i nostri porti da navi che nessuno pensava che sarebbero potute entrare. Tutti sanno che questo è potuto accadere solo grazie alla professionalità di Capitaneria e dei Servizi”.
Eppure i costi dei Servizi Tecnico Nautici sono spesso messi in discussione?
“Si, ma da chi? Le tariffe di pilotaggio sono in linea con quelle di molti paesi Europei, se non più basse. Da tempo abbiamo fatto un accordo interassociativo, proprio con lo scopo di ridurre le tariffe, che ci è costato lacrime e sangue e che ha provocato al nostro interno una frattura generazionale. Abbiamo diverse proposte atte proprio a diminuire i costi per l’utenza, che però si scontrano con iter burocratici infiniti. Le nostre tariffe vengono fatte dal ministero con l’approvazione di Confitarma, Federlinea, Federagenti ed Assoporti: non credo quindi che possa essere uno di questi soggetti a metterle in discussione. Tutti sanno com’è finita quando hanno liberalizzato il ritiro della spazzatura e di quanto sono aumentati i costi. Ma vorrei rispondere alla sua domanda con un’altra domanda: se in Italia, chi era preposto a farlo, avesse costruito dei porti idonei ai nuovi traffici, quanto costerebbero realmente questi Servizi potendo spalmare i costi su un maggior numero di utenti? Quando navi che possono manovrare con un pilota ed un rimorchiatore sono invece costrette ad usare due piloti e tre rimorchiatori, perché lunghe quanto il bacino di evoluzione, secondo lei di chi è la colpa”?
Ma allora perché vi tirano sempre in ballo?
“Perché spesso l’economicità di un servizio mal si coniuga con la sicurezza, ed il tentativo di togliere la gestione dei servizi alle Autorità Marittime fa pensare male! E come diceva Andreotti…. spesso ci si azzecca”!
Non ha paura allora che i poteri forti possano stravolgere i porti con una riforma dei porti approvata con un Decreto del consiglio dei ministri, senza passare dalle Camere?
“Forse, ma non ha una logica: un decreto del consiglio dei inistri si fa solo quando c’è un’urgenza di provvedimento, qui che urgenza c’è? Una proposta di legge di modifica all’84/94, ampiamente condivisa da tutte le forze politiche, è ferma alle Camere da dieci anni! Io mi aspetto che qualsiasi possa essere la riforma segua il suo iter istituzionale, cioè approvazione di Camera e Senato. Altrimenti cominciamo a farci qualche domanda: per esempio, se in Italia abbiamo ancora una democrazia”!
Per lei, neo-direttore, prendere il timone con il mare in burrasca forse non è il momento migliore…
“Non si dimentichi che sono un pilota di Livorno, abituato alle burrasche. A chi non fanno paura? Ma io lo devo a persone come Michele Robazza ed alla sua famiglia, a tutti i ragazzi della torre di Genova, a tutti i piloti d’Italia, che 365 giorni l’anno feste incluse, giorno e notte, si prodigano con il personale delle Capitanerie di Porto, per la sicurezza dei nostri porti, contro l’inquinamento dei nostri mari, contro i terroristi che potrebbero arrivare dal mare, sempre pronti ad intervenire, come a Ravenna a soccorrere i naufraghi della Gokbel mettendo in gioco la loro stessa vita. Tutto questo mi dà una forza incredibile”.
Se lei potesse ottenere qualche cosa subito per la sua gente cosa chiederebbe?
“Sicuramente una legge che definisca i limiti di responsabilità del pilota. Nel nostro lavoro bisogna poter lavorare con tranquillità: secondo lei se in ogni manovra rischi di perdere i beni accumulati dopo una vita di sacrifici, questo può succedere? Questo si che sarebbe un bell’articolo da inserire nella riforma dei porti”!
A.F.
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