Le incognite sui tempi e sul MISE
ROMA – “Dobbiamo cambiare quello che fino ad oggi era considerato intoccabile. E dobbiamo farlo subito, perché abbiamo pochissimo tempo a disposizione”.
Su quello che ha detto – riportato qui sopra – il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi lunedì scorso agli “stati generali”, non crediamo ci siano dissensi di principio.
[hidepost]E’ sui dettagli che invece siamo alle solite: tutti d’accordo, purché non si tocchino i propri interessi, le cose “di bottega”. E i nove punti presentati dal ministro per la successiva discussione – li abbiamo illustrati di recente – di “botteghe” ne toccherebbero parecchie. Ecco perché ha destato una certa sorpresa il fatto che il ministro abbia riaperto la discussione su come dovrà essere la riforma, invece di illustrare i risultati della commissione dei 15 “saggi” che la riforma l’ha già inquadrata anche nei dettagli. Insomma, un passo avanti che è sembrato quasi un passo indietro.
Un passo indietro anche su un altro punto: quello dell’entrata a gamba tesa della bozza di decreto del MISE (ministero dello sviluppo economico) sulle problematiche della portualità, nel quadro delle nuove regole per la competitività. Era stato detto, dopo la generale protesta del cluster marittimo, che il MISE (Sviluppo Economico) aveva rivisto la bozza del decreto escludendone la parte relativa alle Autorità portuali. Invece Lupi ha provato a metterci una pezza dichiarando che “non potranno esserci distonie tra la riforma dei porti ed altri decreti nel settore dei porti e del trasporto locale: un aspetto che sarà affrontato dal MIT (Infrastrutture e Trasporti) dopo un confronto con il MISE”. Della serie: è tutto ancora da valutare, probabilmente si cercherà il solito compromesso tra ministeri ciascuno dei quali vuole la propria autonomia rispetto all’altro.
Sui tempi dell’iter della riforma, il “pochissimo tempo a disposizione” indicato da Lupi comporta questo crono-programma: il testo finale al consiglio dei ministri a fine febbraio/primi di marzo; poi alle commissioni parlamentari, cioè alla politica. I tempi previsti dallo Sblocca Italia sono per la fine della primavera. C’è da correre ventre a terra, in conclusione; ma la partenza sembra più che altro al rallentatore…
Antonio Fulvi
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