Dagli stati generali della portualità la scadenza: decreto entro il mese
Il ministro Lupi ha confermato di voler bruciare le tappe impegnando anche il parlamento – Un forcing anche sull’accorpamento e la trasformazione delle Authorities in Spa

Maurizio Lupi
ROMA – Gli “stati generali della portualità e della logistica”: ovvero il punto di due mesi di lavori affannosi e affannati dei 15 “saggi” (si sono riuniti anche alla vigilia di Natale) per ridisegnare la portualità italiana del prossimo futuro. Così lunedì al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, presente il Gotha della portualità, con tanto di ministro Maurizio Lupi che ha aperto i lavori dicendosi disponibile ad ascoltare un ultimo “giro” di suggerimenti e di richieste. Suggerimenti, richieste e anche lamentazioni che non sono mancate, visto che hanno parlato in tanti e di tante cose (compresi i porti fluviali).
[hidepost]In stretta concretezza, al di là di quelli che sono stati i comunicati ufficiali diramati tra lunedì sera e ieri dal ministero, cui sono state due cose. La prima: il ministro ha riconfermato che entro febbraio intende presentare il DPR che rivoluzionerà il sistema portuale e logistico italiano, per poi affidarsi al parlamento “nella speranza che tiri dritto e non stravolga il riassetto strategico e i suoi dettagli”. La seconda: finita la kermesse del “parlamentino” degli stati generali – c’erano tutti, dalle associazioni di categoria alle Autorità portuali, dai sindacati ai Comuni marittimi – il ministro ha riunito zitto zitto nel pomeriggio i membri della commissione sulla “governance” (una selezione cioè dei 15 “saggi”, quelli più strettamente concreti) ad ha posto loro, attraverso il capo di gabinetto Aiello, il problema concreto di elaborare rapidamente un progetto di trasformazione delle Autorità portuali in SpA, accorpandole e semplificandone le strutture. Una specie di rivoluzione, non da tutti condivisa, anche all’interno della stessa commissione ristretta. Ma pare che su questa linea Lupi non solo voglia essere inflessibile – nei limiti, è ovvio della inflessibilità della politica, cioè lasciandosi aperte tutte le porte possibili – ma abbia anche dalla sua, con gli speroni arroventati, lo stesso capo del governo Matteo Renzi.
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