Riforma, la bozza entro il 12 febbraio
Ritmi veloci e impegno concreto con la partecipazione dei massimi livelli dei vari comparti
ROMA – C’è ormai poco più d’un mese – esattamente fino al 12 febbraio – perché il ministro Lupi e con lui il governo Renzi abbiano i risultati della speciale commissione “dei 15” istituita secondo l’art. 29 (comma 1) del “Salva Italia” sulla parte che riguarda le proposte di accorpamento delle Autorità portuali e più in generale sulla logistica di sistema italiana.
[hidepost]Una volta tanto, per lavori di questa portata strategica non si sono lasciati i tempi sul vago. E infatti la commissione – e le sottocommissioni che ha prodotto – hanno lavorato e lavorano a ritmi mai tanto veloci: l’ultima riunione del 2014 c’è stata alla vigilia di Natale, il 22 dicembre scorso, la prima di quest’anno due giorni fa, l’8 gennaio. Poi si riprende la prossima settimana con due riunioni della sottocommissione sulla governance programmate per il 12, lunedì e quindi per il lunedì successivo 19 gennaio. Una volta arrivati al documento conclusivo, che sarà molto articolato ma anche sintetico, il tutto andrà alla presidenza del consiglio dei ministri perché le decisioni che emergeranno saranno del governo, e non solo del ministro Lupi.
Sul lavoro del gruppo dei 15 ad oggi si sa poco. Sia perché del gruppo fa parte anche un delegato alla comunicazione che però ha l’ordine di comunicare poco (se possibile niente, per evitare interferenze della politica e delle varie lobby), sia perché tutti i componenti del gruppo stanno lavorando a ritmi – come già detto – che non lasciano spazio a esternazioni. Sembra tuttavia che questa volta si stia facendo maledettamente sul serio. Si è partiti, tra l’altro, da due documenti che sono stati considerati assai ben fatti: un “allegato infrastrutture” dello scorso settembre e una precedente “indagine conoscitiva” sulla logistica e sulla sistemica anche in rapporto alle normative UE esistenti.
Ne risulta che l’obiettivo del gruppo dei 15 non è solo l’elaborazione di una proposta per la riforma della legge 84/94, che abbia in se anche l’accorpamento delle Autorità portuali (oggi ritenute da tutti eccessive) ma è anche e specialmente l’articolazione di un quadro normativo che semplificando e rendendo interconnessi gli attuali sistemi italiani che operano nel campo (dogane, Capitanerie, Ferrovie, Autorità portuali, network autostradali, eccetera) li renda anche coerenti e compatibili con le normative e i network dell’Unione Europea. In sostanza, a fronte dell’anarchia dei sistemi italiani, molti dei quali anche validi (come quello che le dogane hanno messo in piedi) ma del tutto sconnessi dagli altri sistemi di chi opera nei porti e nella logistica, si cerca di razionalizzare il tutto in una rete che parta dall’Ue.
Una fatica di Sisifo? Ci si augura di no, anche se l’obiettivo è più che ambizioso. Aprono alle speranze le figure di coloro che fanno parte del gruppo dei 15: oltre che i massimi livelli di dogane, ferrovie, portualità, autostrade, ci sono quelli di Banca d’Italia e di Cassa depositi e Prestiti, ovvero di “la dove si puote ciò che si vuole”. O almeno, si spera.
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