Piombino in partenza verso il futuro
L’orgogliosa rivendicazione della crescita da parte del commissario ed ex presidente Guerrieri – Gli interventi del sottosegretario Velo e del presidente della Toscana Rossi – I fondali a 20 metri, un “must” quasi unico nella costa tirrenica e le loro prospettive
PIOMBINO – C’erano davvero tutti, autorità e operatori del porto, secondo l’antica massima che la vittoria ha cento padri e solo la sconfitta è orfana. Infatti alla gloriosa inaugurazione di tre importanti opere portuali per Piombino, mancava solo una rappresentanza livornese: a smentire il costante richiamo negli interventi del commissario governativo Luciano Guerrieri e dello stesso presidente della Regione Enrico Rossi alla “complementarietà” tra Piombino e Livorno e alla assoluta necessità di “fare sistema”.
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Luciano Guerrieri
Una bella cerimonia, sotto il grande tendone allestito nel nuovissimo piazzale della darsena Lanini – Luciano Guerrieri ha osato sperare nel bel tempo: ed ha avuto una splendida giornata, a conferma che la fortuna aiuta gli audaci… – con le previste presenze eccellenti: oltre a Rossi il sottosegretario all’Ambiente Velo, il prefetto Costantino, il sindaco Giuliani, il direttore marittimo Faraone, il direttore della dogana Ricasoli, il presidente dell’Asamar Miele, il presidente della Toremar Montomoli, il comandante della Capitaneria Vanacore e i rappresentanti delle altre armi operative sul porto, solo per citare qualcuno. Lungo anzi lunghissimo, l’elenco che un emozionato Guerrieri ha fatto dei ringraziamenti per il lavoro eccellente – e specialmente per i tempi straordinari in cui si sono realizzate – alla base delle opere all’inaugurazione: a partire dalla famiglia Zambernardi della Sales, in prima fila con i suoi rappresentanti alla cerimonia, per finire con i funzionari dell’Autoritity (gli onnipresenti Ferri e Costagli in primis), i lavoratori, ovvero “la gente del porto”.
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L’orgogliosa rivendicazione di Guerrieri del grande lavoro svolto dall’Authority è apparsa tanto più significativa in quanto proprio entro oggi scade il suo secondo mandato da commissario governativo: dopo due mandati – è bene ricordarlo – da presidente, in cui il porto è stato davvero trasformato da piccolo scalo a servizio dell’Elba a sorgitore con ambizioni almeno mediterranee. Guerrieri è uno che difficilmente alza la voce, ma le sue capacità sono state riconosciute non solo sul porto: tanto che è stato a lungo vicepresidente nazionale di Assoporti (dove in genere sgomitano i porti da decine di milioni di tonnellate di merci) e addirittura uno dei due “saggi” per la composizione della nuova presidenza. La sua appartenenza alla sinistra non è mai stata messa in dubbio: eppure è stato stimato – e nei limiti del possibile, aiutato a sviluppare il porto – anche dai governi Berlusconi, con un ben collaudato rapporto di stima e di collaborazione con l’allora ministro Matteoli. Non è un mistero che ci sia chi, a livelli nazionale e anche regionale, punta sul suo nome per un eventuale “new deal” dell’Authority di Livorno…
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Enrico Rossi
Il presidente della Regione Enrico Rossi ha parlato con molta passione del successo del porto di Piombino, della sua crescita esponenziale, dei “grandi destini” – che con le nuove banchine, i grandi piazzali, le prospettive di un molo delle crociere capace di ospitare insieme due gradi navi, e specialmente dei fondali a 20 metri – si preannunciano per il prossimo futuro. Anche Rossi, così come Guerrieri, ha molto insistito sul “sistema porti” tra Livorno e Piombino, disegnandone la collaborazione non competitiva, la differenziazione merceologica e la crescita complementare. Per Piombino Rossi ha apprezzato la piena collaborazione tra le istituzioni e tra gli operatori: cosa che non ha potuto (o voluto) dire di Livorno, citato anche come sua “preoccupazione” per le lentezze decisionali sul porto e l’incognita rappresentata dalle scelte del Comune sul quasi approvato piano regolatore portuale. Bene le banchine, bene i fondali, bene il crescente interesse dei grandi network per il porto e per le aree industriali: meno bene per l’eterna vicenda dell’autostrada Cecina-Grosseto-Civitavecchia, ormai chiaramente abortita per il disimpegno della SAT, che con la “bretella” della sospirata 398 rappresenta il collo di bottiglia logistico indispensabile da eliminare per una vera crescita del porto. Rossi si è scaldato sul tema: autostrada, superstrada o adeguamento dell’Aurelia, l’importante è che si rimedi a una storica e vergognosa soluzione di continuità dell’itinerario europeo E-1: in tempi certi e con progetto finalmente certo. Una richiesta che il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo ha appoggiato in pieno, promettendo l’appoggio del governo.
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I lavori inaugurati sabato riguardano il completamento del banchinamento della darsena Piccola Nord, il primo stralcio della darsena grande Sud (due nuovi accosti da 245 e 200 metri con un piazzale da 400 mila metri quadri), il tutto per 26 milioni di euro; la darsena Lanini, completamente rinnovata con un piazzale da 1.700 metri quadri e un banchinamento allungato di 70 metri, con fondale a 10 metri che andrà presto a 13 metri, con molo foraneo che da 180 metri passerà a 400 (già pronti tre cassoni per l’allungamento). Con la bonifica del fondale e le vasche di decantazione il costo è stato di 1 milione e 700 mila euro. Infine è stata realizzata, tra mille difficoltà specie burocratiche per l’incidenza sull’area di molte proprietà industriali e molti “sbocchi”, una strada tutta nuova di collegamento tra il porto (presso la darsena Lanini l’attacco) e la zona industriale, sulla base dell’accordo di programma per impedire la delocalizzazione della Dalmine: sono 2,1 chilometri estremamente strategici, finanziati dalla stessa Authority con i fondi regionali FAS per un costo complessivo di 820 mila euro.
Da sottolineare come tutti questi lavori, appena inaugurati, rappresentano l’avvio della prima fase di attuazione del piano regolatore del porto di Piombino. I fondi sono derivati da varie voci, compreso il famoso e mai portato a termine (a Napoli) accordo per la bonifica di Bagnoli. Con le somme derivate dal ribasso dei vari appalti sono stati eseguiti ulteriori lavori di dragaggio antistante il primo banchinamento secondo il piano regolatore, l’acquisizione di aree funzionali allo sviluppo del porto, e interventi complementari.
Sullo sfondo della darsena Lanini e ben visibili dai tanti presenti alla cerimonia, le draghe che stanno lavorando per portare i fondali della nuova banchina esterna a 20 metri: dove i piombinesi (e non solo loro) speravano andasse a morire il relitto della Costa Concordia; dove potranno essere demolite le navi europee da dismettere secondo le direttive UE; ma dove anche si prospettano – magari a bassa voce – altri traffici ed altre tipologie di servizi, perché 20 metri di fondale sono un’eccezione quasi unica per tutta la costa italiana tirrenica. Davvero, in bocca al lupo.
A.F.
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