Quella guerra tra Clessidra ed Onorato
ROMA – Sui traghetti in Italia lo scontro è diventato durissimo: il fondo Clessidra, che è tra i soci di CIN (Tirrenia) e il gruppo Moby, anch’esso con Vincenzo Onorato nel board di CIN con un peso tutt’altro che marginale, sono arrivati alle parole pesanti.
[hidepost]E alle paginate a pagamento sui quotidiani con maggior valenza economica (“Il Sole-24 Ore” di sabato scorso, per esempio). Le bordate coinvolgono ormai tutte le “flotte”. Il campo del confronto è totale da qui anche l’intervento diretto del presidente di Toremar Stelio Montomoli, che in difesa della sua compagnia spara a zero sulle dichiarazioni di Luigi Negri – Blu Navy – apparse sul quotidiano genovese in merito all’ex regionale toscana. Partiamo, per la cronaca, dalla nota di Montomoli. “Se il signor Negri avesse letto la convenzione Toremar, che è pubblica – ci ha scritto Montomoli – saprebbe che la stessa è divisa per linea e che alla Piombino-Portoferraio sono destinati circa 3 milioni di euro all’anno. Se consideriamo che Blu Navy ne riceve circa altrettanti dagli albergatori per una sola nave a noleggio che impiega poche persone e solo per la stagione turistica, credo che sia lui ad essere in netto vantaggio”.
In quanto allo scontro con Clessidra, Vincenzo Onorato firma in prima persona la paginata di pubblicità che contesta le accuse del fondo a CIN espresse in un comunicato ufficiale. In sintesi, Clessidra accusa Moby di aver sostenuto in altra paginata sui tempi e sui modi del giudizio arbitrale richiesto nello scorso maggio mentre Onorato replica che ha convenuto sul giudizio “per accertare, tra l’altro, la violazione da parte di Clessidra dei patti tra le parti”. Lo scontro prosegue “sulla mancata attuazione della fusione tra Moby Spa e Tirrenia” cui Onorato replica sostenendo di non lamentare la mancata fusione quanto “la mancata attuazione delle sinergie” previste tra le due compagnie; e sulle “soluzioni finanziarie” per risolvere lo scontro stesso, compresa la possibile “liquidazione dell’investimento” da parte di Clessidra.
Insomma, la guerra sembra ormai arrivata a un punto di non ritorno. Ed è difficile a questo punto ipotizzare una soluzione che non comporti un radicale mutamento degli assetti societari in Tirrenia; con l’unica speranza che la soluzione finale non comporti ricadute negative sugli utenti, specie quelli isolani che già hanno altri pesanti handicap da scontare.
A.F.
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