Assoporti va all’assemblea e Genova ora si tira fuori
La posizione di Merlo e la critica aggiuntiva di Di Marco – Ma la maggioranza delle Autorità portuali teme che un indebolimento possa aprire la strada a una riforma “distruttiva”
ROMA – Assoporti va verso l’assemblea generale di giovedì 31 luglio con una mezza burrasca nelle vele e numerosi tentativi – ad oggi non riusciti – di ricompattarsi per non spaccare un fronte già abbastanza debole. Anzi, molto debole in tempi come questi in cui si discute di una ormai prossima – a volerci credere – riforma dell’intera legislazione portuale.
[hidepost]Abbiamo già scritto che i due “saggi”, Guerrieri e Grimaldi, dopo aver sondato i presidenti delle varie Autorità portuali hanno indicato Pasqualino Monti come prossimo presidente con durata biennale. Al secondo posto per gradimento è risultato Mariani, sia pure con un buon distacco. Poi si è scatenata la bagarre: perché Merlo (Genova) ha rovesciato il tavolo su una dichiarazione di Monti decisamente critica sull’emendamento di legge “salva camalli”; ed ha dichiarato che così com’è Assoporti non interessa più Genova, trovando sponda – con altre pur ragionevoli considerazioni – nel presidente di Ravenna Di Marco, a sua volta già autore di una clamorosa uscita dal Napa.
Fuori da Assoporti dunque Merlo e Di Marco? In questi ultimi giorni di frenetici incontri, c’è chi cerca di ricucire, chi prova a trovare compromessi, chi alla fine sembra voler adottare la filosofia del “muoia Sansone e tutti i Filistei”. Una filosofia che punta forse all’implosione di Assoporti, in attesa che il governo arrivi a riorganizzare totalmente il settore con la sospirata riforma. Ed è la riforma che fa paura, tanto da ricompattare anche chi su Assoporti potrebbe essere critico: con un’Assoporti debole o frantumata, la tesi del ministro Lupi di arrivare a solo 6 oppure 8 Autorità potrebbe avere più spazi: contro quella considerata “ragionevole” di 12 o 14 Autorità, raggruppate se possibile in ambiti regionali, con nomine presidenziali concordate solo tra governo centrale e governi regionali.
Tornando all’assemblea, dai sondaggi che circolano, la posizione di Merlo e del collega di Ravenna sembra abbastanza isolata, anche se i mal di pancia non mancano. Tra coloro che si sono espressi, ci sono i due “saggi”, cioè Guerrieri di Piombino e Grimaldi di Gioia Tauro, che si stanno adoperando per ricucire. Mariani di Bari ha rilasciato alla stampa locale una lunga intervista – ripresa anche on line – in cui non solo non condivide la posizione di Merlo, ma affronta in modo molto lucido le problematiche che possono aprirsi con un’Assoporti frantumata. Molti si chiedono che cosa dirà Marina Monassi (Trieste) che è in genere fuori dal coro: pare che anche lei si fosse proposta, come Merlo, per la presidenza di Assoporti. Costa di Venezia non è certo un supporter di questa Assoporti, ma non sembra disposto a buttarla alle ortiche. Gallanti di Livorno, che molti considerano un po’ snob nei confronti dell’associazionismo portuale nazionale (lui guarda, dicono, a livelli almeno europei) è chiaro nell’intervista che riportiamo in queste stesse pagine: è un errore indebolire oggi Assoporti con fratture e beghe interne, meglio mediare.
Si vedrà la prossima settimana che succederà in assemblea. Dicono che Merlo non ci andrà. Monti sta mediando, il che è nelle sue capacità: ma i limiti sono oggettivi. Rimane anche da capire che farà il governo. Fino ad oggi non ha dato molta considerazione ad Assoporti e alle sue istanze: ma con una Genova – primo porto d’Italia – che rovescia il tavolo, e con eminenti membri del governo nazionale genovesi (sono riusciti anche nella pericolosissima operazione Concordia) c’è da aspettarsi qualche colpo di coda. Anche senza considerare lo scarso feeling tra Burlando e Renzi: ma qui siamo a livello dei grossi calibri…
A.F.
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