Analisi Federimorchiatori sulle nuove linee-guida
Tutte le perplessità sulla recente circolare del ministero per il rilascio delle concessioni di servizio – Il riordino dello stesso ministero e le attese degli operatori – Tutela delle PMI

Stefania Visco
NAPOLI – Prima presidente donna in Italia in ambito associativo armatoriale, Stefania Visco lavora nel settore dei servizi tecnico nautici del rimorchio portuale da circa 20 anni. Dal 2006 presiede Federimorchiatori, associazione di categoria che rappresenta importanti società armatrici, concessionarie del servizio di rimorchio portuale in molti porti italiani.
Presidente Visco, Lei pensa che la politica italiana stia dando la giusta attenzione ai porti?
“Purtroppo nonostante l’Italia sia una piattaforma naturale del Mediterraneo ci troviamo attualmente ad affrontare la perdurante crisi economica in una situazione di stallo politico-istituzionale: ad inizio anno è partita una riorganizzazione ministeriale ancora incompiuta, che ha stabilito l’accorpamento delle due direzioni generali competenti per i porti ed il settore marittimo, ma non si è ancora completato l’iter, lasciando il comparto in attesa del regolamento di secondo livello che stabilirà le attribuzioni delle competenze alle divisioni ministeriali nonché la nomina del direttore generale.
[hidepost]Sul fronte della riforma portuale, continuano i dibattiti ed i commissariamenti delle Autorità portuali ai cui presidenti sono scaduti i mandati, ed anche in questo caso il clima di incertezza non agevola gli operatori, senza nulla togliere all’eccellenza dei commissari nominati”.
Per quanto riguarda i servizi tecnico-nautici, nello specifico, ritiene sia data ad essi la giusta importanza?
“In Italia quando si parla di porti viene spesso trascurata l’operatività relativa agli approdi. I porti non sono parcheggi e le navi non sono automobili: i servizi tecnico-nautici consentono alle navi di manovrare nei nostri porti spesso angusti e con pescaggi al limite, con condizioni di vento che renderebbero impossibile l’approdo, senza l’apporto della professionalità degli operatori del rimorchio, pilotaggio e ormeggio. La sicurezza nei porti è un “must” non solo per la prevenzione dei danni a persone e ambiente, ma anche per tutelare l’intera comunità degli operatori, perchè un solo danneggiamento ad una struttura qualsiasi può bloccare a catena l’economia, se non di tutto, di intere frazioni di porto. In questo senso bisogna sottolineare che la competenza delle Capitanerie fa in modo, che nonostante i gravi problemi strutturali che affliggono i porti italiani, e mi riferisco alla mancanza spesso dei necessari dragaggi e non solo, tutti servizi siano coordinati per garantire la massima operatività h24. Accade però che quando si parla dei servizi tecnico-nautici, quasi sempre se ne parla in ordine ai costi, mentre raramente ci si interroga sul risparmio e sui vantaggi in senso generale che essi portano”.
Proprio a proposito di sicurezza, cosa pensa dell’iniziativa del presidente della Rimorchiatori Napoletani?
“Ritengo sia una iniziativa lodevole, mirata ad introdurre in forma ufficiale un meccanismo virtuoso di miglioramento continuo degli standard di sicurezza. Per migliorare è corretto anche confrontarsi con le altre realtà europee, evitando così di restare nella autoreferenzialità, fermo restando le specificità dei nostri porti, nei quali è spesso molto più difficile operare. Basti pensare alle differenze tra i grandi porti fluviali del Nord Europa ed i nostri porti ventosi della Sardegna, ad esempio”.
Si parla da qualche tempo delle nuove disposizioni per il rilascio delle concessioni del servizio di rimorchio. Lei cosa ne pensa?
“Il ministero ha emanato una circolare contenente le linee guida a cui si dovranno attenere le Capitanerie di porto nel procedimento di individuazione dei nuovi concessionari per il servizio di rimorchio. Tuttavia, ci sono molte considerazioni tecniche da fare ed anche molto specifiche. Una per tutte: le linee guida così previste sviliscono il regolamento del servizio di rimorchio con il quale fino ad oggi l’Autorità Marittima individuava le necessità operative sia quantitative che qualitative del servizio, peraltro attraverso un’istruttoria che coinvolge anche gli utenti del porto stesso. Quanto previsto oggi, invece, lascia l’individuazione della tipologia dei rimorchiatori e le caratteristiche tecniche all’esclusivo arbitrio dell’offerente. Inoltre, contrariamente a quanto viene oggi raccomandato nell’UE circa la tutela delle PMI, vi si stabiliscono requisiti che penalizzano la partecipazione delle PMI, agevolando, invece, fortemente grandi gruppi”.
gi.v.
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