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L’economia marittima vale 40 miliardi

Fondamentale (Fuochi, Propeller Milano) coinvolgere le associazioni di settore nel piano della logistica

Nella foto: (da sinistra) Paolo d’Amico, presidente della Federazione del Mare, Marcello Sala, vice presidente del Consiglio di Gestione di Intesa San Paolo, Koji Sekimizu segretario generale IMO, l’ammiraglio Felicio Angrisano, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Umberto Masucci, presidente del Propeller Napoli.

NAPOLI – Durante la Naples Shipping Week, Riccardo Fuochi, presidente del The International Propeller Club di Milano ha dichiarato: “La logistica deve diventare una priorità nell’agenda del Governo ed è importante ottenere un coinvolgimento di tutte le associazioni del settore per la realizzazione di una proposta politica nazionale. In quest’ottica vedrei la ricostituzione della Consulta dei Trasporti e della logistica da cui è derivato il Piano della Logistica che in diversi aspetti conteneva elementi estremamente validi. E’ perfettamente inutile ripartire da capo quando si è svolto un lavoro così importante con l’audizione ed il coinvolgimento di tutti i componenti della supply chain. E’ fondamentale che la logistica venga considerata dalla politica come “industria” e che le aziende del settore si comportino come tale e non solo come provider di servizi. In questo modo si potrebbe fare sistema con il settore manifatturiero e contribuire in modo concreto al rilancio dell’economia e all’aumento dell’occupazione”.
[hidepost]Il settore dell’economia marittima italiana (armatori, agenti, assicurazioni marittime, cantieristica, certificazione, lavoratori portuali, nautica, porti, piloti, pesca, previdenza marittima, ricerca, rimorchiatori, spedizionieri), che vale 40 miliardi di Euro (2,6% del PIL) e fornisce occupazione a circa 480mila addetti ha incontrato a Napoli, durante la “Naples Shipping Week” i principali esperti internazionali del settore fra cui la massima autorità marittima Koji Sekimizu, segretario generale dell’Agenzia marittima dell’ONU (IMO – International Maritime Organization).
Nell’incontro il presidente Paolo d’Amico ha messo in evidenza il ruolo di leadership che le attività marittime italiane rivestono a livello europeo e mondiale in vari segmenti del trasporto marittimo, nella costruzione di navi da crociera e mega-yacht, nella movimentazione portuale di merci e passeggeri ed ha sottolineato l’importanza di avere un unico soggetto che a livello mondiale regolamenti il settore, tutelando la concorrenza. D’Amico ha confermato la validità di questa impostazione anche per l’Italia ed ha dichiarato: “L’Economia del mare è strategica per lo sviluppo e continua a crescere e creare occupazione, aspetto oggi cruciale in particolare per i giovani. Sarebbe quindi auspicabile che il Governo desse vita ad un unico soggetto istituzionale per il Mare, ad esempio un Dipartimento, cui facciano capo i vari organismi già esistenti e guidato da un sottosegretario o da un vice ministro. In questo modo, a costo zero, il settore avrebbe un interlocutore unico con cui confrontarsi sulle strategie e le politiche da intraprendere per la crescita, nei tempi ristretti che impone la forte internazionalizzazione caratteristica delle attività marittime”.
Era presente all’incontro anche Marcello Sala, vicepresidente vicario del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, che ha sottolineato come l’economia del nostro Paese in questo momento storico stia fondando le basi del suo rilancio sull’internazionalizzazione delle imprese e stia quindi imprimendo una forte spinta all’import-export. “Se pensiamo al ruolo strategico dell’interscambio via mare e al fatto che nel Mediterraneo transita un quinto del traffico marittimo internazionale, vediamo come i nostri porti rappresentino nodi strategici per lo sbarco e l’imbarco di merci. Occorre quindi lavorare per renderli sempre più competitivi. Una strada da seguire potrebbe essere quella di favorire lo sviluppo delle ZES, le zone economiche speciali all’interno delle aree portuali. Ciò darebbe ulteriore impulso agli investimenti delle imprese e favorirebbe nel contempo l’attrazione di player esteri nel nostro Paese”.

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Pubblicato il
5 Luglio 2014

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