Memorial Italo Piccini quei ricordi al LEM
Le testimonianze sul console dei portuali che ha fatto grande la Compagnia e anche il porto – Il lavoro e la cultura come linee guida della sua azione

Italo Piccini
LIVORNO – Se lo sono chiesti in molti: perché solo adesso, a quasi dieci anni dalla morte, ci si è ricordati di celebrare Italo Piccini, padre-padrone della Compagnia portuali ma anche uno dei più importanti attori della crescita del porto e del ruolo dei suoi lavoratori.
Nell’incontro al LEM organizzato dal comitato per la Coppa Barontini, l’interrogativo è emerso con forza: e il “Memoriali Italo Piccini” ha in parte rimediato ad anni di pudico silenzio, facendo parlare anche tanti protagonisti della vita cittadina e portuale che sono andati quasi sempre al di la della commemorazione, come si dice in gergo del “coccodrillo”, per analizzare l’operato e l’essere dello storico console dei portuali in funzione del porto, della città e anche dello shipping.
[hidepost]Un incontro, quello al Lem, sufficiente per ascoltare le testimonianze di Massimo Talini, Lorenzo Greco, Renzo Conti, Alessandro Cosimi, Piero Neri, Patrizia Pellegrini, Roberto Piccini, monsignor Paolo Razzauti, Enzo Raugei e il fotografo storico del porto Riccardo Repetti. Hanno mancato l’invito alcuni altri protagonisti del porto, in particolare del settore imprenditoriale: forse altri impegni, forse chissà, alcune ferite che ancora bruciano…
Se un leit motiv c’è stato, nei vari interventi, si è basato sulla riconosciuta e ben nota capacità di Italo Piccini di vedere al di la della pura cronaca portuale per fare della cooperativa dei lavoratori portuali un’impresa; e un’impresa di grandi intuizioni ed altrettanto grandi aspirazioni, che per decenni è diventata il vero potere reale nella città e non solo. E’ stato ricordato che Italo Piccini, portuale verace con la sola licenza elementare, è stato uno degli assertori della necessità di fare cultura, tanto da aver creato con la fondazione Antonicelli una biblioteca nel palazzo del portuale che è stata anch’essa riferimento per generazioni di studenti. Si è anche ricordato – e l’ha ribadito Piero Neri, che con Italo Piccini ha avuto anche scontri a sangue ma sempre reciproco rispetto: vedi il suo intervento nel riquadro – che il console dei portuali, poi presidente della Cilp, ha costantemente privilegiato il dialogo al confronto brutale, non disdegnando di collaborare anche su temi strategici pur di riaffermare l’obiettivo di portare lavoro e potere al porto. Una strigliata alle realtà d’oggi del porto è venuta anche da don Paolo Razzauti, che ha invitato a piangersi meno addosso nella crisi e a rimboccarsi le maniche. E Alessandro Cosimi ha messo in guardia dal chiudersi nella realtà locale o anche nazionale, in tempi in cui le grandi scelte economiche e portuali si fanno a livelli globalizzati. Piccolo cambio di programma, peraltro dovuto ai risultati elettorali: nell’invito era previsto l’intervento di Marco Ruggeri mentre ha portato il suo saluto Fabrizio Nogarin, parlando della coppa remiera, della cultura dello sport remiero e della città delle “cantine” dei fossi. Su Italo niente: ma del resto il neo-sindaco ha ancora molto da imparare sul nostro passato.
A.F.
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