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L’amarcord di Piero Neri

LIVORNO – Negli anni ‘60, avevo da poco iniziato a lavorare e vedevo venire spesso nei nostri uffici in cantiere prima Vasco Iacoponi poi Italo Piccini (talora accompagnato da Domenico Alasia).
[hidepost]Non mi era allora permesso di partecipare a questi incontri però notavo che sovente, dopo alcuni giorni, nonno, Vasco Iacoponi o Italo Piccini ed altri rappresentanti istituzionali della città si recavano a Roma.
Il significato di questo mio ricordo, per farla breve, è semplice: anche allora fra le persone che lavoravano ed avevano interessi in porto non mancava in primis la difesa dei propri interessi e la ricerca di sviluppo della propria attività, spesso anche con confronti accesi, ma comunque era salda in loro la consapevolezza che per prima cosa doveva essere fatto di tutto per ricostruire, consolidare e sviluppare il porto di Livorno.
La situazione oggi è certamente diversa, il momento è forse più difficile di allora, lo scenario anche istituzionale è cambiato; l’istituzione dell’Autorità portuale, cui è demandata per legge la programmazione, regolamentazione e sviluppo del porto, ha rappresentato un indubbio passo avanti che si è sostituito alle iniziative dei singoli.
E’ nel ricordo di Italo Piccini e di coloro che con lui hanno condiviso una fase storica spesso anche con successo, che vorrei fare questa riflessione.
Tutti coloro che lavorano in porto hanno consapevolezza di quello che deve essere fatto per cercare di arginare il declino del porto di Livorno e rilanciare il suo sviluppo.
Il cercare di addossare agli altri le ragioni, o peggio le colpe, di insuccessi e/o ritardi nella programmazione e/o esecuzione di certe opere non paga più: Oggi vi è la necessità di agire, agire tutti insieme mettendo tutti noi operatori portuali, a disposizione delle autorità cittadine parte del nostro tempo, delle nostre capacità, dei nostri rapporti. Dobbiamo, come allora, rimettere nelle nostre priorità per prima cosa l’interesse del porto di Livorno.
Il mio invito non è teso certamente a sminuire né le competenze né l’opera che le istituzioni preposte stanno svolgendo né di sostituirsi ad organismi costituiti (vedi Comitato Portuale) ma solo un invito a tutti noi a dare concretamente il nostro supporto e la nostra disponibilità e questo certamente lo dobbiamo a chi, come Italo Piccini, ha contribuito allo sviluppo del porto di Livorno.
Piero Neri

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Pubblicato il
25 Giugno 2014

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