Camere di Commercio a rischio con il decreto sulla decimazione
Dalle attuali 105 dovrebbero diventare non più di una ventina, una per Regione – taglio del 50% degli oneri richiesti alle imprese e dismissioni degli immobili non sedi istituzionali
ROMA – Nella “lenzuolata” di provvedimenti per ridurre gli oneri alle imprese varata dal consiglio dei ministri la settimana scorsa, c’è anche un pesante intervento sulle Camere di Commerico, con la riduzione del 50% degli oneri annuali richiesti alle imprese iscritte.
[hidepost]Secondo il governo, la misura dovrebbe portare a una sensibile riduzione degli oneri delle piccole e medie imprese, insieme all’altro provvedimento anch’esso recente, il taglio della bolletta energetica.
Ovviamente le Camere di Commercio non l’hanno presa bene e Unioncamere sta cercando di correre ai ripari, a sua volta suggerendo risparmi di gestione e operazioni compensative.
Ma il vero “ciclone” che sta per abbattersi sulle Camere di Commercio è un altro, anch’esso preannunciato dal governo: tra i 12 articoli che compongono un decreto delega dal significativo titolo “Repubblica semplice” ne è previsto uno dedicato al taglio delle Camere di Commercio che dalle attuali 105 dovrebbero scendere a solo una ventina: una per ogni regione o poco più. Tagli previsti anche ai compiti: in pratica la “mission” di ciascuna Camera di Commercio dovrebbe diventare la promozione del territorio. Secondo “Il Sole-24 Ore” ci sarà anche una stretta sugli immobili posseduti e sulle partecipazioni azionarie non riconducibili alle attività istituzionali in senso stretto. A far quadrare le cose potrebbero anche essere nominati dal ministero per lo sviluppo economico uno o più commissari “ad acta”.
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