Da “Mare Forum Italia” a Roma l’amara analisi sulla portualità
Cresce il distacco della politica nazionale sulla programmazione logistica del paese – Il freno dei porti allo sbando mentre il cluster marittimo continua a crescere e investire

Emanuele Grimaldi

Umberto Masucci
ROMA – “Mare Forum Italia” ha avuto luogo al grand’hotel Parco dei Principi con la X edizione dell’incontro sulla portualità e lo shipping che è diventato una costante in tutti i paesi marittimi occidentali e del medio oriente. Seguiranno a ruota le edizioni di Atene, Cipro, Istanbul e dopo l’estate a Copenaghen.
Concentrare in una giornata di lavori l’enorme problematica dello shipping e della portualità è stato, ovviamente, quasi impossibile. Diciamo che l’occasione è stata – e sarà nelle prossime edizioni – importante per i contatti che ne nascono, i confronti tra le politiche marittime dei vari paesi, e anche la presa d’atto di quanto va maturando a livello mondiale: dai riflessi del P3 Network – di cui è stato confermato il rinvio a fine anno – al prossimo, già contestato regolamento europeo sulla portualità; dai temi dell’inquinamento marittimo (con tutti i riflessi della preannunciata riduzione dello zolfo nei carburanti navali) al gigantismo navale. Con la constatazione, anche nei confronti con il resto dei porti europei, che manca in Italia una politica di vera programmazione della logistica in terra e specialmente in mare.
[hidepost]Tutti temi accennati nell’apertura della conferenza dal presidente di Confitarma Emanuele Grimaldi, e sottolineati poi nelle varie sessioni nelle quali si sono articolati i lavori. Si è parlato di rilancio dello shipping, di investimenti e finanza, di guardare avanti nel prossimo futuro, con una sessione speciale dedicata al futuro del cluster marittimo italiano introdotta e diretta dal vicepresidente della Federazione del mare Umberto Masucci.
Su quest’ultimo argomento, il panel ha visto una ventina di qualificati interventi, a partire dall’introduzione dello stesso Masucci che ha richiamato il governo nazionale a un maggior interesse alla portualità. “Il cluster marittimo italiano – ha detto Masucci – si conferma in salute, con gli armatori che fanno tutti i loro sforzi per competere in campo internazionale. Ma stride la circostanza che ben nove porti italiani su ventiquattro siano oggi commissariati, con tutte le conseguenze negative che ne derivano” per la programmazione e per l’adeguamento delle strutture. Masucci ha auspicato che il problema dei commissari sia risolto al più presto, anche in rapporto alla riforma della legge 84/94, ed ha posto come il termine per presentare un assetto finalmente istituzionalmente corretto in coincidenza con la Naples Shipping Week dal 23 al 28 giugno.
[/hidepost]