Visita il sito web
Tempo per la lettura: 4 minuti

I tempi veloci di Piombino per diventare un super-porto

L’ex presidente dell’Authority ed oggi commissario governativo ha raccontato l’impegno ad avere banchine e fondali a 20 metri entro un anno – Il “sistema” con Livorno e le prospettive di integrazione tra i due scali

Nella foto (Laura Bolognesi): Fiorenzo Milani (a sinistra) e Luciano Guerrieri.

LIVORNO – E’ recente la firma dell’accordo di programma fra governo e regione Toscana per aiutare Piombino a superare la chiusura dell’altoforno Lucchini e a prepararsi per un rilancio siderurgico all’avanguardia; argomento questo che pone la città alla ribalta delle cronache insieme all’altro che da tempo la vede come uno dei porti favoriti per ricevere la Concordia. Ma di Piombino e dei suoi passi concreti – e veloci – l’Italia della portualità si è già accorta da tempo; ed a parlare nell’ultima conferenza del Propeller labronico dei programmi del suo scalo – invitato dal presidente del Club Fiorenzo Milani, è stato Luciano Guerrieri, oggi commissario straordinario dell’Autorità portuale ma già dal 2005, con due mandati consecutivi come presidente, alla manovra di quello stesso timone.
[hidepost]

Nella foto (Laura Bolognesi): un momento della conferenza al Propeller Club di Livorno.

Dopo un affettuoso ricordo da parte di Milani del cavaliere Amerigo Cafferata, già presidente Propeller, cui Guerrieri si è unito insieme a tutta la sala, la conferenza ha avuto inizio. Il commissario dell’Autorità portuale di Piombino ha voluto sottolineare subito che, a prescindere dalla Concordia, il suo porto persegue da tempo un piano per superare criticità e carenze. Il piano regolatore, allo studio dal 2008 ed approvato lo scorso luglio, i cui lavori sono recentemente iniziati, prevedeva già le grandi opere per il potenziamento della sua competitività che la vicenda Concordia è riuscita a condizionare esclusivamente portando la profondità dei fondali dai previsti -16 metri ai -20. Guerrieri ha ricordato che già nel dicembre 2012 Piombino presentò alla Costa ed agli assicuratori lo studio di fattibilità per ricevere la Concordia e l’allora ministro Clini dette parere favorevole, seguì difatti una delibera del Consiglio dei ministri, ma poi il governo cadde e la compagnia, insieme agli assicuratori, indisse successivamente quella gara che è tuttora in corso. Le imprese di Piombino, così come quelle degli altri porti che concorrono alla gara, hanno presentato i loro progetti e preventivi e, mentre le voci parlano di due-tre porti come possibili finalisti – “ognuno con i suoi problemi strutturali” ha fatto notare il commissario – ad oggi non c’è nulla di certo se non che a settembre Piombino avrà comunque pronto un accosto di sicurezza per accogliere una nave di quelle dimensioni.
Del piano delle grandi opere di Piombino, per un valore di 160 milioni di euro, abbiamo parlato nel nostro ultimo Quaderno; nei rendering pubblicati su quelle pagine si vede bene il porto di domani: piazzali, banchine (370 mt x 50 mt) e fondali a -20 metri consentiranno allo scalo un vero e proprio salto di qualità, mettendolo in condizione di sviluppare molte funzionalità. Fra queste: la possibilità di ricevere le grandi navi capesize e di abbattere così i costi logistici di approvvigionamento per mantenere – e potenziare – la sua unicità nella produzione di rotaie in Italia e perseguire l’obiettivo di superare in questo il concorrente estero Koper; ed ancora, attraverso transhipment per rinfuse raggiungere il porto di Rotterdam dove si riescono a scaricare 4/5 rinfusiere al giorno e così porsi all’avanguardia per competitività rispetto alla diretta concorrenza. C’è poi lo sviluppo dell’iniziativa cantieristica grazie all’impegno del ministero della Difesa ad inviare lì le sue navi militari da rottamare; al proposito verrà fatto un bando che selezionerà le imprese migliori per fare di Piombino il primo polo di demolizioni e refittaggio navi del paese.
Guerrieri ha sottolineato che i piani di sviluppo rientravano già nella cornice del Master Plan della Toscana quindi in un’ottica di integrazione e non di conflitto con gli altri porti e che l’intenzione dello scalo è quella di continuare a conseguire la complementarietà e la collaborazione: “Livorno e Piombino avrebbero già dovuto collaborare di più ma l’importante è cominciare” ha anche detto, facendo riferimento alle diverse specializzazioni dei due porti nel refitting così come nel mercato crocieristico (a Portoferraio scalano attualmente 90 navi). Nei protocolli stipulati nel 2010 all’interno del programma Green Port Esteso dell’Autorità portuale di Livorno si perseguiva infatti questa unità di intenti con la programmazione di infrastrutture complementari a condividere aree di mercato e servizi. Guerrieri con le sue parole ha cercato di abbassare il livello di allarme degli operatori presenti per il rischio che la complementarietà possa trasformarsi in diretta concorrenza. Altro aspetto tranquillizzante è il pensiero della politica portuale ormai indirizzata verso l’accorpamento di alcune autorità portuali che consentirebbe a Piombino e Livorno, dietro un’unica guida, di collaborare efficacemente.
Cinzia Garofoli

[/hidepost]

Pubblicato il
3 Maggio 2014

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora