Il grido di dolore di Benetti: bacini e “Marina”, tutto fermo
I tempi si vanno allungando e le procedure annunciate dall’Autorità portuale sono contro gli accordi di Roma per il salvataggio del cantiere ex Orlando – I riparatori navali in lizza

Nella foto: (da sinistra) Marco Valtriani, Vincenzo Poerio e Urmberto Paoletti.
LIVORNO – Era fatale che nel lungo gioco degli equivoci da anni in ballo intorno alla vicenda del cantiere Orlando diventato Benetti, alla fine si arrivasse a bomba: ovvero a chiedere che siano messe le carte in tavola.
L’hanno chiesto ieri, in un incontro con la stampa, l’amministratore delegato di Benetti Vincenzo Poerio, il direttore di Confindustria Livorno Umberto Paoletti e il direttore di CNA Marco Valtriani, accompagnato dai rappresentanti della Società Gestione Bacini e dal direttore di Lusben Craft Paolo Nencini. Due i temi sul tappeto: la bagarre che si sta scatenando intorno alla volontà dell’Autorità portuale di indire una gara per la gestione dei bacini di carenaggio; e l’altra intorno alla concessione del porto mediceo per il “marina” della Benetti che dovrebbe completare – secondo gli accordi di Roma che sancirono il salvataggio dell’ex Orlando – tutto il programma della Porta a Mare.
[hidepost]In stretta sintesi: per il bacino di carenaggio grande, ormai diventato una vasca perennemente allagata, e per il bacino galleggiante, indire una gara che sia finalizzata al riuso per le tradizionali attività è secondo Benetti – ma anche secondo la Società gestione bacini che si è alleata – del tutto anacronistico: e oltre tutto contraddice gli accordi di Roma, è tecnicamente difficile perché non ci sono aree libere alle spalle dei bacini e perché infine l’energia elettrica è del cantiere Benetti che non ne ha a sufficienza. L’alternativa alla gara è di lasciarla al cantiere Benetti che con la Società Gestione Bacini utilizzerebbe i muri di sponda dell’ex bacinone come banchine di allestimento e riparazione sia di grandi yacht che di piccole e medie navi. Una proposta, questa di Poerio & C. che sembra però non trovare accoglienza in Autorità portuale dove il presidente Giuliano Gallanti ritiene di essere per legge obbligato alla gara.
Ancora più complicata la situazione nel Mediceo. Benetti vanta gli accordi di Roma per la sua gestione come porto turistico dedicato anche e specialmente al refitting delle grandi barche: ma l’operazione sta ritardando anni – e continua ad essere in forse – perché l’Autorità portuale non ha ancora dato la relativa concessione, che pure il comitato portuale ha deliberato, tenuta sotto scacco dai tanti ricorsi al Tar sia dei circoli nautici che di altri soggetti interessati. Si rischia di perdere non solo altro tempo – hanno detto Poerio e Paoletti – ma di vanificare con procedure fuori dagli accordi di Roma un grande progetto che porterebbe migliaia di utenti della grande nautica e in particolare gli equipaggi dei grandi yachts – ad usufruire dei servizi del centro della città, con forti ricadute sull’economia locale.
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