Investire nel retroporto di Livorno
COLLESALVETTI – Investire a Livorno, una bella scommessa con i tempi che corrono: perché se è difficile investire in Italia, con la burocrazia asfissiante che costringe le aziende non solo a non investire ma spesso a disinvestire e a scappare, a Livorno non va meglio.
[hidepost]Con un’eccezione: forse la recente decisione di fare dell’interporto “Vespucci” un vero retroporto aperto ai traffici e anche alle lavorazioni industriali, può davvero diventare un’occasione.
Se n’è parlato nel recente workshop indetto dai Comuni di Livorno e Collesalvetti, proprio con l’augurale titolo “Investire a Livorno”. Sia il sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci, sia gli assessori Majidi e Tuci rispettivamente per i loro comuni, hanno sottolineato che il retroporto Vespucci “può essere la prima opportunità localizzativa del territorio livornese come area polifunzionale a seguito della variante urbanistica che da finalmente tempi certi, costi certi ed agevolazioni certe per chi vorrà insediarvisi”.
Si è parlato nel nuovo piano industriale del Vespucci, fortemente voluto dal presidente Federico Barbera con l’appoggio delle istituzioni del territorio. E naturalmente Collesalvetti ha ricordato che perché il Vespucci sia un vero retroporto occorrerà una co-pianificazione dei due comuni anche per la ricerca dei fondi strutturali dell’Unione Europea. Un altro passaggio non facile, sul quale però bisognerà davvero lavorare tutti insieme: altrimenti si rischia, anche per la scelta condivisa di fare un retroporto del Vespucci, di fermarci al libro dei sogni senza passare alla pratica, un po’ come sta avvenendo per la (sciagurata?) vicenda dei siti SIN che dovevano essere SIR e ancora sono a metà del guado.
Antonio Fulvi
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