Quel ministero con una poltrona di troppo
ROMA – La bellezza della politica italiana: saltato il governo Letta, olè si ricomincia. Ma non dal principio, eh no.
[hidepost]Forse del governo vecchio si salverà qualcosa: che so, di sicuro le tasse, quasi di sicuro le prebende e i benefits della Costa, può anche darsi una o due riformine avviate, che marciavano al passo del gambero per le resistenze dell’apparato.
Mi dicono, qui a Roma, che con il nuovo governo – ammesso che regga – andrà avanti la spending review dei ministeri: e in particolare lo snellimento di quello delle Infrastrutture e Trasporti di Maurizio Lupi, con gli accorpamenti di direzioni generali e lo sbianchettamento di quella dei porti. Hanno strillato invano Confitarma, Assoporti, Federagenti, eccetera: s’ha da fare, si farà.
Tutto sta nel vedere chi rimarrà dei due direttori generali: rimarrà Caliendo o rimarrà Puya? Il toto-esodato si giocherà entro la fine del mese anche per un altro motivo: proprio a fine mese scadrà l’altra direzione generale, quella del personale e affari generali che tradizionalmente determina gli assetti delle altre. Scade perché va in pensione il titolare, Marcello Arredi. Domanda che corre con un brivido sulla schiena di molti: chi prenderà il suo posto, determinando il nuovo assetto? Domanda in subordine: sarà un “esterno”, voluto dalla politica, o ci potrebbe essere la salomonica scelta di utilizzare uno dei due esodandi per il salto di qualità interno? Di salomonico nei ministeri in genere s’è visto assai poco, ma mai dire mai: anche se il pissi-pissi-bao-bao interno sostiene che si stia facendo un giro di telefonate anche ad alcuni ex che hanno lasciato un buon ricordo per saggiare la eventuale disponibilità a tornare all’ovile…
Antonio Fulvi
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