Silvano Brandani, una storia
L’appassionante vicenda di un uomo che ha trasformato la piccola “Savino Del Bene” in una multinazionale da tredici sedi

Silvano Brandani
LIVORNO – Ad un mese dalla scomparsa di Silvano Brandani, la Spedimar – Associazione tra le Imprese di Spedizioni Marittime – insieme alla sua famiglia desiderano rendere omaggio attraverso il nostro giornale a questo grande uomo ed imprenditore con un ricordo della sua vita e del suo impegno.
Nella nostra mente risuona ancora vivido lo scroscio degli applausi che la folta folla degli intervenuti alla cerimonia funebre di Silvano Brandani, imprenditore, scomparso improvvisamente nel giorno di Santo Stefano 2013 all’età di 73 anni, ha voluto dedicare ad un uomo che ha davvero segnato gli ultimi trenta anni della portualità livornese e non solo.
[hidepost]Davanti alla chiesa di Santa Lucia ad Antignano c’era tutta la città ad applaudire, dal cittadino comune all’imprenditore, dai tanti dipendenti ai moltissimi amici di cui in questi anni si è saputo circondare.
Ed è per questo che a distanza di un mese da quel momento in cui in così tanti ci siamo ritrovati per dargli un ultimo saluto, vogliamo ricordarlo ancora una volta per come lo abbiamo conosciuto e per quello che Silvano ci ha saputo trasmettere con la sua immensa personalità.
Silvano era un uomo semplice. Nasce a firenze il 10 Febbraio del 1940, quartogenito di una modesta famiglia di contadini fiorentini, gente avvezza al lavoro, poche chiacchiere e tanti sacrifici. Fino da ragazzino sa mettere l’ingegno in tutto quello che fa, tanto che si guadagna l’appellativo di “piccolo Leonardo”: curioso di tutto, sa smontare, riparare e rimontare ogni cosa; a scuola, passa i compiti di matematica. E’ un’infanzia tranquilla, che trascorre nei primi anni del dopo guerra tra i banchi di scuola e le corse pomeridiane nei campi, fino agli anni dell’adolescenza; poi, a soli sedici anni, l’ingresso nella ditta che segnerà per sempre il suo futuro, la Savino del Bene.
Il suo primo incarico è come fattorino, ma il ruolo risulta ben presto calzargli troppo stretto; viene presto promosso impiegato; ricopre poi una progressione di ruoli che lo vedono protagonista in quasi tutti i reparti operativi, dall’export all’import, dalla via mare alla via aerea.
Sono questi gli anni in cui nasce l’amicizia con colui che sarebbe diventato insieme a lui la colonna portante della Savino del Bene, l’attuale presidente, Paolo Nocentini. Collega prima, e grande amico poi, Paolo era entrato come centralinista alla Savino del Bene un anno dopo Silvano, e come lui aveva saputo mettersi in luce per impegno e dedizione al lavoro.
Sono anni di lavoro duro, spalla a spalla, fino a quando un bel giorno all’inizio del 1978 si presenta l’occasione della vita: la possibilità di rilevare la società che in quel momento, posseduta e guidata dalla casa di spedizioni Meoni e da un gruppo di investitori pratesi, non naviga in buone acque. Silvano non si tira indietro e insieme a Paolo Nocentini e altri tre colleghi, mette a frutto tutto il lavoro di quegli anni in prima linea e da semplice impiegato fa il grande salto rilevando la società e assumendosi la responsabilità della dirigenza: diventa imprenditore. La Savino del Bene era allora una piccola realtà a livello nazionale, ma guardando ai mercati internazionali, Silvano e i suoi soci hanno l’intuizione di puntare al mercato statunitense. Perciò che in quello stesso anno Silvano stesso prende la decisione di seguire personalmente lo sviluppo e la direzione delle filiali americane e, caricata su un aereo tutta la sua famiglia – la moglie e i due figli, i piccoli Claudia e Massimiliano – sbarca a New York, gettando le basi per quello che potremmo definire un vero e proprio sogno americano.
Silvano trova negli USA una Savino Del Bene ben lontana, con i suoi sette dipendenti divisi tra le sedi di New York e Los Angeles, dalla grande società che conosciamo oggi, ramificata in tutto il continente con tredici sedi e quasi quattrocento dipendenti. Di questa realtà Silvano Brandani è l’artefice primo, testa alta e schiena dritta, sempre il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo a tornare a casa, lontano dalla sua Firenze ma aiutato da una famiglia che sempre lo sostiene e lo sprona.
Cinque anni vissuti “a tutta”, come si dice a Livorno; una escalation di successi, nuove filiali aperte una dopo l’altra e centinaia di impiegati assunti; la grande crescita professionale, guidata da un obiettivo su tutti, fare della Savino del Bene una società a livello mondiale; poi nel 1983 Silvano ritorna in Italia e sceglie Livorno come base di lavoro e punto di partenza per una nuova vita.
I primi anni ottanta segnano l’innamoramento di Silvano verso la nostra città e verso una cittadinanza spesso dura nei modi ma sempre calda nei sentimenti; ma forse è proprio questo contrasto che lo conquista, perché Silvano dietro la facciata di uomo di poche parole, a volte un po’ burbero, è invece un gran sentimentale, persona generosa e disponibile verso tutti, uomo sincero e trasparente come difficilmente capita di incontrarne, capace di profonda amicizia.
Anche a Livorno, come a Firenze prima, e a New York poi, il “modus operandi” di Silvano rimane lo stesso, un esempio di determinazione e dedizione al lavoro; riesce così a cambiare la mentalità un po’ guascona del livornese tipo e a far crescere esponenzialmente la filiale di Livorno fino ad arrivare, alla fine degli anni ottanta, all’apertura della nuova sede di via delle Cateratte.
Nuovi e più comodi uffici, magazzini più grandi e di nuova concezione, piazzali e mezzi che hanno subito fatto la differenza nelle spedizioni come nella logistica dei trasporti; ramo questo che Silvano segue sempre con passione, facendo diventare l’ufficio di Livorno uno dei più importanti hub della nostra città, e segnando una crescita importante dei transiti, delle merci groupage a magazzino, e, ultima, ma non per importanza, dell’occupazione.
Nel frattempo trasferisce la propria abitazione nel quartiere di Antignano; ed ecco l’apertura alla città in tutte le sue sfumature, il mare e la pesca, la caccia e la campagna. Appassionato di sport e dei giovani in generale si fa promotore di varie sponsorizzazioni: in favore della squadra di pallavolo maschile dei Vigili del Fuoco, una partecipazione attiva con la squadra del Baseball Livorno. ma soprattutto il supporto in quella che ancora oggi è il fiore all’occhiello dello sport velico labronico, la “Coppa d’Oro Savino del Bene”, regata del campionato toscano di vela d’altura che ogni anno vede sfidarsi diverse categorie ed equipaggi nazionali ed internazionali nelle acque livornesi. Unisce sempre alla passione per l’innovazione e il progresso del piccolo Leonardo un amore profondo per le cose semplici, e alla meticolosa attenzione che riserva ad ogni aspetto del lavoro grande umanità e capacità di ascolto.
In questi anni, in cui viene più a contatto con la portualità livornese, Silvano si prodiga sempre per far crescere la nostra città, pur scontrandosi spesso con una mentalità un po’ chiusa ed i tanti cavilli burocratici e politici: è alla guida di una società che si sta affermando in tutto il mondo, e dalla piccola casa di spedizioni si sta trasformando in una delle più importanti realtà del settore, che arriverà ad avere ai giorni nostri più di 130 uffici sparsi per il globo, con oltre 2500 dipendenti; ma la stessa attenzione e la stessa cura che dedica all’apertura di una sede in un mercato emergente, o alla realizzazione di un servizio di distribuzione innovativo continua a riservarla alla sua Livorno.
Una ulteriore testimonianza sincera e concreta dell’attaccamento di Silvano alla sua professione ed alla categoria tutta degli spedizionieri, è la sua partecipazione attiva alla Spedimar, l’Associazione tra le Imprese di Spedizioni Marittime. Silvano Brandani è entrato a far parte degli Organi Direttivi dell’Associazione nel 1992 e da allora per più di 20 anni, ininterrottamente, ha voluto mettere a disposizione la propria esperienza personale al servizio della categoria, senza mai ergersi a maestro ma piuttosto indicando con umiltà la strada da percorrere. La sua presenza all’interno del Consiglio Direttivo di Spedimar, carica che stava ricoprendo anche nell’attuale mandato, è stata una delle colonne portanti dell’attività dell’Associazione. La sua profonda competenza in ogni ambito di una professione altamente “diversificata” quale quella dello spedizioniere internazionale, la sua schiettezza e la sua concretezza sono stati certamente un contributo indispensabile all’azione della Spedimar e hanno fatto di Silvano una guida e un punto di riferimento imprescindibile sia per i vari Consiglieri sia per i Presidenti dell’Associazione che si sono succeduti nel tempo.
Lascia un vuoto sicuramente incolmabile all’interno della Spedimar. Resta invece l’enorme riconoscenza per aver avuto l’onore della sua collaborazione e la fortuna di aver conosciuto non solo un imprenditore incomparabile ma anche una persona unica, eccezionale, sia per le qualità professionali che per la sua grande umanità.
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