Quale riforma dei porti?
Anche la responsabile per le infrastrutture del Pd Debora Serracchiani interviene
ROMA – “Il sistema portuale italiano ha bisogno di una radicale riforma, che deve essere fatta velocemente e che noi vorremmo entrasse nell’accordo per il programma di Governo”.
[hidepost]Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, responsabile per le infrastrutture nella segretaria nazionale del Pd.
Secondo Serracchiani “non si può disperdere il lavoro di revisione della legge 84/94 sui porti, svolto dai parlamentari del Pd al Senato e poi alla Camera: è un lavoro che risolve delle criticità anche se non scioglie tutti i nodi”.
“Siamo però chiamati a lavorare anche sull’impianto di alcuni principi fondamentali – ha detto ancora – tra cui vi è la riduzione del numero delle Autorità portuali, la definizione delle loro competenze e della loro autonomia finanziaria, il recepimento delle indicazioni che ci vengono dalla normativa comunitaria”.
Non si esaurisce dunque all’interno di Assoporti lo scontro sulle strategie nazionali per la “rivoluzione” sistemica della portualità. E la scesa in campo della responsabile per le infrastrutture del Pd è sintomatica, ma conferma che le posizioni sono diverse anche all’interno di quello stesso partito. Cercare di conciliare – come fa la presidente della Regione del Friuli – la bozza di revisione della legge 84/94 con le linee espresse dal ministro Lupi per una vera rivoluzione di sistema, che comporti un drastico taglio del numero delle Autorità portuali, sembra un esercizio più di dialettica politica che di programmazione reale. E per molti non si è ancora capito che cosa potrà andare a dire in merito il presidente di Assoporti Pasqualino Monti al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi vista la forte differenza di posizioni strategiche all’interno della stessa Assoporti, scaturita anche da pubblici interventi dei presidenti di Genova Merlo e di Bari Mariani.
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