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Autostrade del Mare con il Maghreb contromisura al gigantismo sui Teu?

Una giornata di interventi ad alto livello con tesi non sempre allineate ma molti approfondimenti – Il ruolo dei porti italiani e gli appelli all’UE

LIVORNO – Rientra nella logica del mercato in senso più lato: i grandi gruppi armatoriali che hanno pesantemente investito in navi e in terminal, visti i tempi in cui stanno rimettendoci miliardi al mese cercano di difendersi con mergers come il P3 Network, ovvero con alleanze commerciali tra i più forti, indirizzandosi ai propri terminal. Che poi il “cartello” di Maersk, Msc e Cma-Cgm trovi l’opposizione di tutti i porti che stanno per essere esclusi appartiene alla stessa logica: solo che i porti hanno in pratica l’unica arma vincente dei servizi e non possono né devono fidare nelle formule protezionistiche dei propri paesi.
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Alessandro Cosimi (a sinistra) e Giuliano Gallanti.

E’ questa la sostanza, in estrema sintesi, degli interventi più significativi emersi nel Forum Euro Mediterraneo 2013 organizzato dall’Autorità portuale di Livorno al LEM. Forum in molti passaggi ad altissimo livello, quasi totalmente in inglese (con traduzioni simultanee in cuffia per chi voleva) con un auditorio che è andato via via aumentando (in genere scema con il passare delle ore) registrando buona parte degli operatori marittimi locali ma anche nazionali. Con qualche stranezza: doveva svolgersi come Forum ultra-specializzato in una saletta dell’hotel Palazzo, a inviti strettamente controllati: poi si sono fatte sotto le istituzioni del territorio lamentandosi di essere escluse e si è cambiato tutto, ricorrendo alla più capace sala del LEM e invitando presidente della Regione (che all’ultimo ha dato forfait mandandoci l’assessore ai trasporti), il presidente della Provincia (a sua volta dopo qualche tentennamento rappresentato dall’assessore) e il sindaco, che da qualche tempo quando si parla di porto non manca una presenza.
L’Euro conclave organizzato dall’Autorità Portuale labronica ha finito per allargare il tema iniziale (Autostrade del Mare e di gigantismo navale) per affrontare il campo minato della (non) politica europea e specialmente italiana per i porti.
Il là l’ha dato Gallanti, in apertura dopo i saluti di rito delle istituzioni, battendo su quello che sta diventando il suo leit-motiv in ogni incontro anche a Bruxelles: la cooperazione competitiva tra porti, argomento su cui si era ampiamente soffermato nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, con l’impegno sia dei rappresentanti della Commissione Europea sia del mondo portuale. «Ho la convinzione – ha detto Gallanti – che in questa fase storica il gioco del libero mercato non sia in grado di risolvere i problemi che abbiamo di fronte. Dobbiamo davvero cominciare a parlare di collaborazione senza che questo significhi costruire dei cartelli». Ma per controbilanciare i grandi “cartelli” armatoriali.

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Luìs Valente de Oliveira.

Nel Forum si è anche convenuto che lo sviluppo del gigantismo navale, al di là delle migliori buone intenzioni, riduce la capacità di molti porti di servire lo shipping: «Non sappiamo su quali basi la P3 abbia deciso di includere certi scali marittimi e di escluderne altri – ha ricordato Gallanti – però determinati porti sono stati scelti forse perché hanno un terminal appartenente o in concessione ad uno dei tre gruppi». Si torna all’affermazione di partenza: i grandi gruppi hanno fatto il possibile per impadronirsi di ogni anello della catena logistica e adesso cercano di mettere a frutto quello che hanno acquistato a caro prezzo, riducendo le perdite. Il tutto – e questo è stato a più riprese sottolineato – nella colpevole incomprensione del fenomeno da parte della politica.
Trovare sinergie tra i porti, creando sistemi e specializzandosi invece di scannarsi sugli stessi traffici: ecco il ragionamento politico che ha unito le preoccupazioni di Gallanti e di molti altri illustri ospiti riunitisi al forum euro mediterraneo. Tra questi c’è il presidente dell’Organizzazione dei Porti Europei, Santiago Milà, che, rivolto alla platea dell’euro conclave, batte il tasto sulle sfide che l’Ue dovrà affrontare nel breve termine. «Crediamo che una politica europea efficace debba essere giocata su cinque grandi linee direttrici: connessioni efficienti con l’hinterland, snellimento delle procedure per il controllo delle merci, autonomia finanziaria per gli enti di governance dei porti, ecosostenibilità e rapporti di buon vicinato con i paesi della Sponda Sud del Mediterraneo».
Santiago Garcia Milà pensa ai paesi maghrebini: «Le vie principali dall’Asia alla East Coast passano l’invito rivolto da più parti all’Unione Europea è quello di fare il possibile perché le autostrade del mare siano estese anche ai paesi extra-Ue, in particolare a quelli della sponda nord africana: «Alcuni studiosi – ha detto Gallanti – sostengono che nei prossimi anni lo sviluppo del continente africano avrà uno slancio impetuoso simile a quello cinese. Dobbiamo costruire insieme al Marocco, la Tunisia e l’Egitto, una rete mediterranea che faccia del nostro bacino un’area geopolitica strategica».

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L’Europa deve individuare politiche comuni per lo sviluppo dei porti che si affacciano sul Mediterraneo. Se n’è dichiarato convinto anche José Anselmo, che nella Commissione Europea è uno dei principali referenti sulla materia delle Autostrade del Mare: «Oggi – dichiara – l’Ue ha spostato la propria attenzione da una politica di tipo bilaterale ad una di tipo orizzontale: i legami trans-eruopei e trans-mediterranei sono sempre più importanti, ma devono essere i porti a sapere dove e con chi connettersi. In questo senso, politiche di cooperazione virtuosa sono state portate avanti da Genova, e ci aspettiamo importanti risultati anche da Livorno, che ha saputo giocare col tempo un ruolo sempre più strategico nell’ambito della promozione di importanti progetti di innovazione tecnologica, come il Port Community System. Vogliamo rassicurarvi che l’Ue sosterrà, anche attraverso gli investimenti promossi dalla Bei (la Banca Europea di investimenti), tutte quelle azioni che mirino a creare interconnessioni politiche e commerciali con i vicini stati non europei».
E se quella delle Autostrade del Mare è per molti relatori una delle vie da seguire per rafforzare il ruolo del Mediterraneo nel contesto europeo e per reagire in qualche modo al gigantismo navale, c’è chi ritiene che nel libero mercato possano essere prodotte tutte le opportune strategie per sfruttare in modo positivo il fenomeno della concentrazione del potere commerciale nelle mani di poche grandi compagnie di navigazione. E ritiene che il servizio sui porti sia determinante più che mai. Victor Schoenmakers, direttore degli affari internazionali, del porto di Rotterdam ha riconosciuto che «la nascita della P3 sembra una conseguenza logica, soprattutto se si considerano le pressioni che gli operatori devono affrontare al giorno d’oggi. Come attori del mercato dobbiamo reagire per non soccombere: questo significa che i porti devono rispettare le norme contenute nei trattati di funzionamento dell’Unione Europea, ma queste regole non devono essere, prescrittive che riducano la nostra capacità di negoziazione».
Il riferimento è alla nuova bozza di regolamento europeo sull’accesso al mercato dei servizi portuali, che in certi punti limita, o inibisce, la capacità in capo ad alcune Port Authorities di concordare liberamente con l’armatore le tariffe che devono essere pagate per l’uso di una infrastruttura portuale.

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Si è parlato, ovviamente, anche di Livorno, del suo ridimensionamento come porto containers, delle strutture che ritardano, delle speranze della nuova versione della Piattaforma Europa. C’è chi si è arrabattato a cercare sbocchi. “Livorno e il sistema dei porti toscani – s’è arrampicato sugli specchi l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli – devono assumere un ruolo sempre più strategico nel bacino del Mediterraneo, anche con e malgrado il gigantismo navale. La domanda che ci si fa è se sia una opportunità o una minaccia. La risposta – ha detto ancora Ceccarelli – sta nelle scelte che si fanno. Il porto di Livorno, ha grandi prospettive di sviluppo, ma dobbiamo lavorare per adeguarlo e modernizzarlo». Facile a dirsi, meno a farsi, visto il percorso ad ostacoli tra le mille burocrazie, comprese quelle regionali, solo per un piccolo dragaggio….Tra gli ospiti stranieri, molte dichiarazioni di cortesia su Livorno, anche se si è riconosciuto che non basta il suo teorico inserimento nelle reti TEN-T per farne un porto destinato a sostenere la sfida dei grandi network marittimi. Più realistiche per tutti le possibilità delle Autostrade del Mare, specie se l’UE riconoscesse il bonus ai camionisti anche per la tratta inter-mediterranea con il nord Africa.

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Pubblicato il
20 Novembre 2013

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