Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

Riforma Lupi un progetto o un’utopia?

Da Vladimiro Mannocci, dirigente Cilp e già alto “quadro” di Ancip, riceviamo la seguente nota.

LIVORNO – A leggere la stampa che riporta quanto è accaduto all’Assemblea di Assoporti del 29 ottobre, soprattutto i contenuti dell’intervento del ministro Lupi, viene da dire che ci troviamo di fronte a “dilettanti allo sbaraglio”.
[hidepost]Il fatto che il ministro sia deciso a presentare una proposta di legge con la suggestiva proposta di lasciare 8 Autorità Portuali trasformandole in SPA e dandogli una funzione di Autority di Distretto Logistico, il tutto in 30 giorni, è davvero sconcertante. Ancorchè, vi fosse una valutazione positiva nel merito, ed io su molte cose non sono d’accordo, dobbiamo fare alcune valutazioni di ordine politico: per fare operazioni di questo tipo occorrerebbe un Governo stabile, con una prospettiva di tempi naturali di una legislatura. Ma questo Governo è tutt’altro che stabile, anzi è in fibrillazione continua, appeso al filo del destino politico di Silvio Berlusconi. Anche se le “colombe” del PDL fossero in condizione di garantire una nuova maggioranza parlamentare, i problemi di instabilità rimarrebbero. Ci vorrebbe un Governo forte, ma Lupi è il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture che non è riuscito a sopprimere l’Autorità Portuale di Manfredonia e che non ha bloccato la procedura di costituzione dell’Autorità Portuale di Trapani, queste siano situazioni davvero scandalose. Il problema del numero delle Autorità portuali esiste ma è un problema relativo, ma certo sono necessarie forme di maggiore sistemicità. In Spagna ce ne sono 4 in più che in Italia, ma li esiste una struttura centrale come il Puertos del Estados, il quale è in condizione di decidere quali sono le priorità, dirottando le risorse finanziarie sui veri progetti strategici. In Italia ogni Autorità Portuale è legittimata a credersi l’ombellico del mondo, creando costosi mostri di inutilità come il porto off shore di Venezia, il nuovo terminal contenitori di Savona, progettato da un privato ma pagato prevalentemente dal pubblico. Questi problemi si risolvono creando uno strumento centralizzato nelle mani dello Stato non solo in condizione di evitare finanziamenti a pioggia, o in base all’appoggio del ”potente di turno”. Un altro nodo che darebbe celerità ai progetti di ordinaria manutenzione dei porti da parte delle Autorità Portuali è quello di raccogliere le diverse competenze sparse in vari ministeri che fanno diventare un’opera ai limiti del reale. Operazioni che dovrebbero essere di ordinaria gestione, come gli escavi in porto o altre attività di manutenzione che oggi hanno bisogno di tempi burocratici infiniti anche perché le varie competenze sono frammentate nei diversi ministeri da passaggi e tempi infiniti che potrebbero essere ridotti. Verrebbe da dire: ridateci il ministero della Marina Mercantile, chiamiamolo ministero del Mare oppure “Ugo” ma occorre concentrare su una struttura centrale tutte quelle competenze necessarie ad espletare nel concreto le azioni e i processi che servono a governare realmente tutte le attività di governo e gestione dei porti.
Oggi abbiamo da affrontare una emergenza esplosiva che riguarda quasi tutti i porti: il problema del lavoro e dei lavoratori che stanno pagando la crisi. Non mi riferisco solo agli art. 17, ma anche a quei lavoratori delle imprese art.16 che, in molti porti, a causa di guerre al ribasso tariffario praticato dalle imprese per spostare la merce da una banchina all’altra, subiscono condizioni normative, salariali e di sicurezza nei luoghi di lavoro che sono al limite del civile. Atro che “good job”! Le organizzazioni sindacali e la Federazione del Mare che non può essere annoverata fra i nostalgici del bolscevismo, hanno da tempo proposto misure di sostegno alle imprese ed al lavoro che il Governo dovrebbe accogliere ed attuare.
Si parla di Autorità di “distretto logistico” e di trasformazione delle Autorità Portuali in SPA, sul modello dei paesi del Nord Europa. L’unico esempio di Autorità Portuale che governa in effetti un distretto logistico è quella di New York e New Jersey, che come si capisce dal nome gestisce i due maggiori porti di due distinti stati americani. Questa Autorità Portuale non governa e gestisce solo i porti ma tutta la rete dei trasporti ferroviari, aereo portuali, i parcheggi, i ponti, i tunnel stradali, di quella che di fatto è una Città-Stato, come Città Stato sono quelle città portuali del nordeuropa dove le Autorità Portuali sono SPA. Qui in Italia per trasformare le A.P. in SPA dovrebbe essere modificato anche l’ordinamento sul demanio, a meno che la gestione del demanio portuale non ritorni ad essere gestita dalle Capitanerie di Porto. Insomma gli obiettivi espressi dal ministro Lupi, con i quali si può essere d’accordo o in disaccordo, per essere realizzati hanno bisogno dei tempi necessari. Se afferma che li vuole realizzare in trenta giorni prende in giro il mondo. E’ vero che la disinvoltura è oggi una forte componente della politica, ma a tutto c’è un limite. In questa discussione emerge ancora una volta la spaccatura dei rappresentanti del PD, che non sono in condizione di trovare una sintesi su problemi strategici come quello della portualità. Ha ragione il senatore Marco Filippi quando afferma che questa improvvida uscita di Lupi o è il frutto di una leggerezza ed insipienza su queste materie, ovvero è il tentativo di stoppare una riforma, quella possibile! Distinguere le due correnti di pensiero in “innovatori” e “conservatori” è un errore dovremmo distinguerli fra “nuovisti” e “realisti”.
Vladimiro Mannocci

[/hidepost]

Pubblicato il
6 Novembre 2013

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora