Spediporto, allarme CIG e strategie
GENOVA – La prima uscita, una specie di amareggiata analisi sull’emergenza, è stata della Spediporto genovese: la drastica riduzione degli stanziamenti a livello nazionale per gli ammortizzatori sociali nelle aziende in difficoltà sta mettendo in ginocchio il comparto delle case di spedizione: che solo in Liguria – da qui l’intervento di Spediporto – sono 280 per un totale di circa cinquemila lavoratori.
[hidepost]E su questo totale il 12,5% degli iscritti ha chiesto nel 2012 gli ammortizzatori sociali in deroga con un ulteriore aggravio della situazione nel primo semestre del 2013 (i lavoratori “colpiti” sono passati dal 7,8% al 9,08%): il tutto dovuto al forte calo del lavoro portuale per la cresciuta competitività dei porti stranieri rispetto a quelli del “sistema” ligure (e nazionale).
Uno degli elementi più pesanti nel computo della reale competitività delle aziende italiane del comparto – dice ancora la nota di Spediporto – è certamente l’Irap, “ulteriore costo tipicamente italiano” che non solo penalizza la competitività del paese a livello internazionale ma funge inoltre da deterrente all’assunzione di nuovo personale nelle aziende, con tutte le relative conseguenze a livello economico-sociale.
Per la CIGD, ovvero la cassa integrazione in deroga, il rischio è che se non fossero trovate le risorse necessarie le aziende che vi hanno fatto ricorso sarebbero costrette a coprire la parte di finanziamento non erogato, con ulteriori costi assolutamente non sostenibili. E quindi con una fatale rivalsa sul personale, con licenziamenti più che dolorosi ma inevitabili.
Altra osservazione scaturita dal documento di Spediporto è quella relativa alle strategie della logistica. “La sensazione è che l’asse dell’economia portuale si stia sensibilmente spostando – dice la nota – verso l’interno, portando competenze e funzioni dei porti ai retro-porti”. Dopo aver ammesso che il suddetto processo fa parte dei “naturali percorsi di sviluppo”, Spediporto si chiede tuttavia “che tali percorsi concedano alle aziende del nostro settore ed alla portualità in genere di poter beneficiare degli stessi privilegi procedurali ed organizzativi che si stanno concedendo, con provvedimenti ad personam, a favore di realtà aziendali interne ai territori”.
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