Cresce il numero delle ULCS per cercare economie di scala
Rimane però un eccesso di offerta di spazi a bordo rispetto alla domanda – Chi ha ordinato le navi più grandi e chi le riceverà entro i prossimi due anni
LONDRA – Sono già sette le ULCS (Ultra Large Containers Ships) in servizio con baglio massimo sopra i 49 metri e lunghezza superiore a 366 metri: e rappresentano al momento il 6% della flotta delle prime venti compagnie di navigazione del comparto. Ma secondo il rapporto di Alphaliner Weekly, questa percentuale raggiungerà il 10% entro i prossimi due anni. I cantieri in grado di realizzare questi colossi stanno ricevendo richieste di preventivi per svariate unità mentre tre compagnie – Evergreen, Yang Ming e K Lines – hanno già confermato gli ordini e riceveranno le suddette ULCS entro i prossimi due anni.
[hidepost]Sempre secondo Alphaliner, nei primi sei mesi di quest’anno solo una compagnia del settore containers, la Hapag-Lloyd ha riferito di aver chiuso positivamente il bilancio mentre altre compagnie – APL, Hanjin e OOCL – hanno registrato perdite operative. Del resto il mercato è andato calando e anche i noli, per l’abbondanza di offerta degli spazi a bordo, sono scesi nettamente. Tutte le compagnie indifferentemente ritengono che sia necessario, per non fare bagni di sangue, ridurre i costi operativi anche e specialmente nei prossimi tempi: il che è ottenibile ormai solo con l’aumento della portata delle singole unità sulla base del principio delle economie di scala. Da qui gli ordini delle nuove ULSC, che tuttavia sono alla portata solo di compagnie con le spalle molto solide. E rimane nel settore un fortissimo eccesso di offerta di carico rispetto alla domanda che continua, come detto, ad essere assai volatile anche per le crisi politiche ed economiche di alcuni paesi.
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